Auditorium Fondazione Cariplo
Largo Mahler, Milano
Strauss: Till Eugenspiegel lustige Streiche op. 28
Botter: Les Jeux d'Arlequin (prima esecuzione assoluta)
Orff: Carmina Burana
Soprano Giuliana Gianfaldoni
Controtenore Filippo Mineccia
Baritono Christian Senn
Percussioni Claudio Bettinelli
Maestro del Coro di voci bianche de laVerdi Maria Teresa Tramontin
Orchestra sinfonica G.Verdi di Milano
direttore John Axelrod
Gustav Mahler Sinfonia: n.1 in Re maggiore
Ludwig van Beethoven: Sinfonia n. 5 in Do minore op. 67
Orchestra Sinfonica G.Verdi di Milano
direttore: John Axelrod
Giovedì 18 e domenica 21 giugno all'Auditorium di Milano, gli spettatori dell’Auditorium assisteranno ad un concerto unico occupato nella prima parte dall’esecuzione per la prima volta di “Les Jeux d'Arlequin” di Botter, una composizione insolita per il pubblico accademico della Verdi, che si fonda su un uso originale delle percussioni dell’ italo-francese Claudio Bettinelli. Una fusione di sonorità tra le tavole e l’orchestra. Delle telecamere filmano in tempo reale la performance delle mani del solista seguendo i suoi gesti su due maxi schermi. A chiudere la prima parte del programma ill poema sinfonico “Till Eulenspiegels lustige Streiche” (I tiri burloni di Till Eulenspiegel) di Richard Strauss , composto nell’inverno 1894-95 ed eseguito la prima volta a Colonia nel novembre del 1895 sotto la direzione di Franz Wüllner. Il protagonista Till Eulenspiegel è un simbolo di identità nazionale: un monello burlone, in fuga perenne attraverso paesi e città. Strauss pare si sia innamorato di questo personaggio per l’indole umoristica e scanzonata del soggetto e la sua ironia schernitrice contro l’arroganza dei potenti. L’opera si articola in cinque episodi, che rievocano le avventure del protagonista. La forma del rondò, indicata nel sottotitolo accanto al riferimento a un’antica melodia burlesca, sembrava a Strauss la più idonea a rappresentare il girovagare di Till: sono cinque momenti di gloriosa incoscienza che spingono all’estremo le risorse orchestrali in un gioco di colori, ritmi, intrecci e variazioni figurate. Ma sotto la guida di John Axelrod, l’Orchestra Verdi ripropone un grande classico del Novecento che occupa interamente la seconda parte del concerto: i “Carmina Burana” di Carl Orff. Per l’esecuzione di questa celeberrima composizione, sul palco dell'Auditorium anche il Coro Sinfonico, il Coro di Voci bianche e tre solisti: Giuliana Gianfaldoni, Filippo Minaccia e Christian Senn. Tra i tre soliti riscuote il successo del pubblico il bravo, ironico e brillante controtenore Filippo Minaccia. I “Carmina Burana” vennero definiti da Carl Orff “canzoni profane per cantori e cori da eseguire col supporto di strumenti e di immagini magiche”. I testi in latino, francese antico e tedesco medievale, sono tratti da un manoscritto del XIII secolo (1220 – 1250) conservato nel monastero bavarese di Benediktbeuren. Preceduto da un prologo, la celebre invocazione alla Fortuna signora del mondo, utilizzata anche da varie colonne sonore per il suo evidente influsso emotivo, l’opera è organizzata in tre parti, che trattano ciascuna un tema della raccolta di canti: “Prime vere” la primavera e la natura, “In taberna” il vino e il divertimento goliardico, “Cour d’amour” l’amore e l’erotismo. Il sostenuto numero di strumenti a percussione, i ritmi taglienti alternati a parti di più alta esaltazione, incoraggiano e coinvolgono il pubblico. I Carmina Burana vennero eseguiti per la prima volta a Francoforte l’8 giugno 1937. Il successo fu strepitoso, nonostante la critica aspra degli intellettuali nazisti, un successo che si è perpetuato ad oggi. Lunghi gli applausi alla prima del concerto milanese. Organico orchestrale al completo per un’opera colossale e avvincente, eseguita con la massima precisione nel massimo della concentrazione.
Adele Labbate 19/06/2015