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Milano: al Teatro Elfo Puccini Eros Pagni in una rappresentazione unica de “Il Sindaco del rione sanità”

“Il sindaco del rione Sanità” è una commedia in tre atti scritta, interpretata e portata in scena da Eduardo De Filippo nel 1960. Venne inserita dall'autore nella raccolta “Cantata dei giorni dispari”. Il personaggio centrale del dramma è stato ripreso dalla vita reale: un uomo che teneva il quartiere in ordine. La gente andava da lui a chiedere pareri su come si dovevano comporre vertenze nel rione Sanità. Costui non era camorrista, viveva del mestiere di mobiliere.
Il sipario si apre sull’ingresso in scena della serva di casa Immacolata e poi Geraldina, la minore dei figli di Don Antonio Barracano. Uniscono tavoli, li coprono con dei lenzuoli bianchi, per preparare una sorta di tavolo operatorio casalingo. Gennarino, altro figlio di Barracano, ancora in pigiama, porta un'attrezzatura di ferri chirurgici. Dal fondo entrano il dottore Fabio Della Ragione, anche lui in pigiama, e tre personaggi; due di loro, Catiello, il servo di casa Barracano, e 'O Nait, sorreggono il terzo: Palummiello, ferito ad una gamba per una sparatoria proprio con 'O Nait che ora l'assiste. Mentre il dottore cura la ferita, i due raccontano l'accaduto; il ferito grida per il dolore, rimproverato dal dottore perché potrebbe svegliare il padrone di casa, quello che in quartiere hanno definito il sindaco del rione Sanità di Napoli, una specie di capofamiglia camorrista, con cui i due malavitosi vogliono parlare. Don Antonio intanto dorme, ignorando che la moglie Armida è stata morsa da un cane da guardia della proprietà e, portata a Napoli al pronto soccorso, è ora ospitata nella casa di città del terzo figlio, Amedeo. Alla comparsa di Don Antonio, di evidenti umili origini ed educazione, fermo nei suoi principi, il dottore lo informa dell'accaduto della notte e dell'incidente occorso alla moglie addossando la colpa alla ferocia del mastino Malavita. Il dottore riferisce a Barracano la sua intenzione di lasciarlo: vuole andare in America da un suo fratello, vuole interrompere l'amichevole collaborazione, che dura ormai da trentacinque anni, constatando il fallimento del loro progetto di offrire aiuto e protezione ai delinquenti del rione Sanità colpevoli, secondo Barracano, solo di essere poveri ed ignoranti ed incapaci di interpretare la legge. Don Barracano non è d'accordo e allerta il dottore delle negative conseguenze che potrebbe avere nell’andare via. Al dottore scoppia la febbre per la rabbia e la paura e si ritira nella sua camera. Don Antonio quindi inizia le udienze giornaliere dei disperati che si rivolgono a lui per avere giustizia e protezione. Due giovani malmessi ma dignitosi bussano alla porta di Don Antonio. Lui ha intenzione di uccidere il padre, lei è incinta. Don Antonio ascolta il giovane e di come il padre, ricco panettiere, vedovo invaghitosi di un'altra donna, lo ha diseredato e cacciato di casa non riconoscendolo più come figlio. Don Antonio prima di dare però il suo parere vuole sentire il padre, che convocato si presenta con un atteggiamento rispettoso ma consapevole della sua dignità. Nel corso del colloquio Don Antonio si lascia andare ad una confidenza raccontando quanto gli era accaduto quando faceva il capraio. Si era addormentato e le capre erano sconfinate nella tenuta sorvegliata dal guardiano Giacchino. Questi, cogliendolo nel sonno, lo aveva massacrato di botte ferendolo gravemente. Da quel momento Barracano aveva avuto un solo pensiero: uccidere Giacchino.
Se non avesse soddisfatto quell'impulso, sarebbe morto lui stesso. Scappato in America e fatta fortuna al servizio di un mafioso locale, era tornato a Napoli e, servendosi di un famoso avvocato, era stato assolto per legittima difesa. Barracano invita il padre a riconciliarsi con il figlio, ma il panettiere rifiuta invitando il vecchio a farsi gli affari suoi. Don Antonio profondamente offeso,lo ucciderebbe sul posto se non lo trattenessero i suoi parenti ed il fatto che il panettiere è disarmato. Barracano riferisce il colloquio a Rafiluccio cercando di convincerlo a non uccidere il padre, che va comunque rispettato. Ma il giovane, afferma che ormai non può più fermarsi. Allora Barracano, accompagnato dal dottore, decide di andare a Napoli per avvertire il panettiere, che spaventato non lascia neppure parlare Barracano e lo accoltella. Don Antonio decide di non uccidere il panettiere per evitare una catena di morti per vendetta e ormai moribondo organizza una cena nella casa di Napoli, col pretesto di festeggiare il viaggio del dottore in America. L'ex boss muore e il dottore, stravolto dalla perdita dell'amico, decide di ritornare alla legalità deluso da una realtà rozza e primitiva che Don Antonio non è riuscito a cambiare, e di stilare il referto medico denunciando la vera causa del decesso. Presentato al Napoli Teatro Festival in occasione del trentesimo anniversario della morte del suo autore, lo spettacolo raccoglie il successo di pubblico.
Eros Pagni è grandioso nei panni di Barracano, un uomo stanco, curvo, che sovente si dissocia dal mondo circostante per immergersi nell’universo dei suoi ricordi. Linea minimalista quella seguita per l’allestimento, abbastanza pulito. L'azione durante i primi due atti si svolge nella residenza di campagna di Don Antonio Barracano e nel terzo nella sua casa di città, al Rione Sanità. In entrambi i contesti, Don Antonio manifesta, la sua particolare idea della legge. All’amico medico, fa estrarre pallottole e ricucire ferite a giovani ragazzi a dir poco focosi; concede udienza a chi si rivolge a lui per avere giustizia e protezione. Perfetto Eros Pagni, nel ruolo di capofamiglia popolare, che vuole evitare le uccisioni a tutti i costi, per schivare il proliferare di vendette famigliari. Piccoli delinquenti, usurai, questa l’umanità che porta in scena De Filippo. Per tutti Don Antonio sembra trovare la soluzione giusta. La commedia oltremodo moderna, sembra voglia rappresentare il fallimento della paternità tradizionalista di cui Don Antonio incarna il modello. Un testo dove si ride, ma molto intenso e intriso di picchi drammatici. Lo spettacolo rimarrà al Teatro Elfo Puccini fino al 14 febbraio. Da vedere.

Adele Labbate 11/02/2016

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