Una delle tragedie che spesso si tende a dimenticare è quella dei desaparecidos. Torniamo indietro di (soli) quarant'anni, in un'America Latina oppressa dalle dittature sanguinarie di Jorge Videla e del generale Augusto Pinochet, i cui oppositori venivano fatti letteralmente scomparire, senza che di loro si avessero più notizia.
"Mar Del Plata" (spettacolo che prende il nome dall'omonima città argentina) vede come protagonista Isa Barzizza, un nome inossidabile del teatro italiano, oltre che ex collega storica di Totò, sia al cinema che sul palcoscenico. L'attrice ligure recita il ruolo di un'anziana madre, da trent'anni alla ricerca del figlio scomparso, che si imbatte in Carmen, una ragazza che da bambina venne separata dalla madre, nata in carcere e data in adozione ad una famiglia di militari legati al regime. La sua storia, seppur inventata, trae ispirazione da diversi racconti di episodi realmente vissuti da ex prigionieri e documentati attraverso testimonianze di vario genere (inclusi gli atti processuali), oltre a rifarsi alle storie di Victoria Donda e Estela Carlotto, raccontate rispettivamente nei libri "Il Mio Nome è Victoria" (della stessa Donda) e "Estela" di Riccardo Petraglia. Le scene sono spesso accompagnate dalle musiche di Fabio Ceccarelli, musicista di Nicola Piovani e prima fisarmonica della RAI. Molti degli attori coinvolti in questo spettacolo (in scena al Teatro Vascello di Roma, dal 29 aprile al 3 maggio) non brillano particolarmente e la loro recitazione è tutto fuorchè impeccabile, ma davanti ad una vicenda del genere, questo può anche passare in secondo piano. Non sono molte le opere che, negli ultimi tempi, si sono occupate di un tema del genere, e il contributo della regista Caterina Venturini non può che essere apprezzato.
(Daniele Zennaro)
Mar Del Plata: Isa Barzizza racconta i desaparecidos al Teatro Vascello
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