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Mad in Europe: alla ricerca della memoria, dell'identità, della parola

Una donna sul palco senza memoria, incapace di ricordare la sua identità e la sua lingua.
Così inizia “Mad in Europe”, vincitore del premio Scenario 2015, a cura di Angela Dematté, in scena al teatro Argot fino al 28 febbraio.
Una sola attrice a interpretare due personaggi che si alternano, che si fondono, complementari e necessari entrambi per capire la vicenda.
La protagonista, impiegata al parlamento europeo, improvvisamente, perde ogni ricordo di sé e del suo passato. Nemmeno la sua nazionalità è più chiara, tanto che dalla sua bocca escono parole in italiano, tedesco, inglese, francese e spagnolo. Padroneggiate con maestria, tutte sembrano appartenerle come lingua madre, ma nessuna impera sopra le altre, condannandola a essere un'apolide in un mondo globalizzato.
“Cosa ricordi della tua infanzia?”: la domanda ossessiva fuori campo obbliga la donna, la “mad”, come viene chiamata per tutto lo spettacolo, a interrogarsi sul suo passato. Pian piano le immagini di bambina si stagliano davanti a lei. Il ricordo di un'infanzia cattolica la spinge a rifugiarsi in una sagrestia, a parlare con la statua di una Madonna, confessandole, nella sua lingua incomprensibile, i suoi drammi e le sue angosce. Scopriamo che è incinta: porta in grembo un figlio non voluto, frutto di un incontro occasionale. Ed è stata proprio la notizia di questa gravidanza ad aver cambiato la sua esistenza, ad averla resa inconsapevole della sua stessa storia personale. Allontanando da sé l'ipotesi di poter concepire una vita, si sforza di riportare alla mente memorie ataviche, che fanno parte di una Storia più grande, comune, mondiale. Dal ricordo riaffiora la sua lingua che non riconosceva più o che, forse, aveva cercato di allontanare, vestendo i panni della donna emancipata, globalizzata, cittadina del mondo.
E proprio quando il passato le appare in maniera chiara e lei ritorna, finalmente, padrona del suo presente, scopre, davanti a una novità, che a volte le parole non servono e che non sempre sono necessarie per comunicare un'emozione.
Attrice e drammaturga, Angela Demattè in “Mad in Europe” dà prova del suo grande talento. Oltre all'abilità linguistica, che le consente, utilizzando più idiomi, di realizzare una propria e personale lingua, è capace di suscitare, sola sul palco, emozioni complesse e variegate, dalla risata alla commozione pura.
Lo spettacolo è un gioco di parole, di lingue che si fondono, di nevrosi che chiedono aiuto a un passato che sembra svanire inesorabilmente. Un'analisi originale sul nostro tempo, su un mondo globalizzato che, con il pretesto di uniformarsi, rischia di perdere la sua originale identità.

Angela Ruzzoni 26/02/2016

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