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Il Teatro Duse ospita una serata per ricordare Luca Ronconi

La piccola e accogliente atmosfera del teatro studio Eleonora Duse ha accolto, lo scorso 3 aprile, “Luca in ACCADEMIA - un album dei suoi spettacoli raccontati dai suoi autori” un evento dedicato al grande regista teatrale Luca Ronconi. Una serata dai toni nostalgici e a tratti comici in cui molti artisti e collaboratori hanno ricordato il grande Luca Ronconi attraverso aneddoti unici e indimenticabili. Nato nel 1933, ex allievo dell’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, ha donato al panorama teatrale opere di inestimabile valore artistico. Durante tutto il suo percorso professionale durato sessantadue anni Ronconi ha collaborato con numerose istituzioni teatrali: direttore della “Sezione Teatro alla Biennale di Venezia”, direttore del “Laboratorio di Progettazione teatrale di Prato” (1977-1979), del teatro Stabile di Torino (1989-1994), del Teatro di Roma nel 1994 e del Piccolo Teatro di Milano tra il 1999 e il 2010. Nel 2002, insieme a Roberta Carlotto, crea il Centro Teatrale Santacristina. In occasione delle Olimpiadi di Torino del 2006 ha diretto anche il “Progetto Domani”, in cui sono state portate in scena opere quali: “Troilo e Cressida” di Shakespeare, “Atti di guerra” una trilogia di Edward Bond, “Biblioetica", “Dizionario per l’uso di Corbellini", “Donghi e Massarenti" (codiretto con Claudio Longhi), “Il silenzio dei comunisti” di Foa, “Mafai e Reichlin”, “Lo specchio del diavolo” di Ruffolo. 

A fare da filo conduttore tra i diversi interventi è stato il critico teatrale del quotidiano “Il Manifesto” Gianfranco Capitta che ha intervistato ospiti d’eccellenza quali Massimo De Francovich, Antonello Fassari, Ida Bassignano, Paola Mannoni, Anna Bonaiuto, Luca Zingaretti, Galatea Ranzi e Lucrezia Guidone. Racconti di vita diversi e affascinanti accomunati dal ricordo dalla figura forte e visionaria che ha lasciato un segno indelebile con le sue molteplici direzioni teatrali.
Un palco illuminato in cui i co-protagonisti della serata si sono accomodati. «Avevo fatto Ippolito nella Phedra. C’era uno scivolo al quale dovevo appendermi dopo che Ippolito muore, con regolari decisivi sussulti di risate. Il povero Gianni Santuccio, che faceva mio padre, dimenticava la parte e quindi inciampava per salire su questo scivolo in cui vi erano dei gradoni...». Il risvolto comico della medaglia teatrale portato alla luce da Massimo De Francovich, primo ospite, con cui iniziano a venire alla luce gli imprevisti di scena e conseguenze comiche proprie di scenografie estremamente articolate.

È la volta dell’autrice e regista radiofonica Ida Bassignano che ha ricoperto il ruolo di assistente regista di Ronconi rievoca l’esperienza di “Utopia”. Un’opera unica in cui si allestisce un palco lungo circa cinquanta metri «dove si situa questo poderoso spaccato sul tema del buongoverno e dell’utopia, ottenuto da Luca Ronconi smontando e ricomponendo in un’unica gran commedia inedita cinque testi di Aristofane» e di cui il critico Franco Quadri scriveva nel settembre del 1975. Macchine con motore elettrico e a scoppio. Lo spettacolo «si svolgeva su una strada. Il palco era di sessanta metri di lunghezza e nove di larghezza. Uno spettacolo che scorreva come una manifestazione, come un corteo».

Un insieme di automobili, botole, gradinate nascoste poste sul palco per scandire una “fantasia registica” unica e avanguardista di un uomo che è stato un grande innovatore per il teatro. Creatività raccontata interessante da ascoltare. Ogni storia lascia rivivere ricordi di un tempo in cui la figura di Ronconi trasformava il teatro in qualcosa di sempre più realisticamente percepibile.

Paola Smurra 06/04/2017

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