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La Virginian salpa dagli Audaci con il "Novecento" di Flavio De Paola

«Non si è mai veramente finiti fino a quando si ha una storia da raccontare». Sicuramente non con una storia come quella di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il pianista sull'oceano di tornatoriana memoria e nato dalla penna di Alessandro Baricco. Il monologo del trombettista Tim Tooney viene messo in scena sotto la mano attenta di Pablo Maximo Taddei e dietro il volto unico di Flavio De Paola, anche direttore artistico dello stesso Teatro degli Audaci, dove l'opera è in scena dal 22 Marzo al 15 Aprile 2018, dopo il successo ottenuto negli altri teatri italiani.

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La resa scenica è sicuramente essenziale, così come le note di regia, opportunamente relegate all'estro quasi favolistico del cantore De Paola, sul quale però vengono settati quei dettagli di degli psicosuoni, introdotti dal regista, in cui viene orientata l'atmosfera, resa ancora più variegata e dotata di una profondità simbolica, che arricchisce talvolta la narrazione principale, con delle intrusioni vocali poetiche sulle quali talvolta cerca di sincronizzarsi anche la voce narrante principale di De Paola.

Interessante dunque il lavoro Danilo Iannacci al suono, che segue la regia con l'ondeggiamento sonoro della voce di De Paola, che fluttua come il Virginian sull'Atlantico, e che porta a variare le timbriche e gli interventi delle voci della narrazione. Il tono docile ma esuberante di Novecento riprende sicuramente l'impostazione già data da Tim Roth nel film di Tornatore: difficile, infatti, non prendere le mosse dalla riuscita interpretazione del regista siciliano alla luce di un'atmosfera quasi onirica e favolistica di cui è -naturalmente- intinto il monologo baricchiano.

L'incursione dell'accento siciliano di Tim Tooney non risulta per nulla macchiettistica, ma dona quel colore abbastanza personale che rende la scena -ed il racconto- personali e sinceri. Un'onestà di fondo, lontana da qualsivoglia presunzione, sembra essere quel sentore che rimane dopo che le cariche di dinamite fanno esplodere il transatlantico da crociera, unica casa di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento.novecento1

Interessanti e -anche loro- mai pleonastiche o invadenti le musiche di Vincenti Mareri, che fanno da contrappunto ai racconti del pianoforte che danza nella tempesta, della sfida con Jelly Roll Morton, l'inventore del jazz, della prima volta in cui il ragazzino nato su una nave si ritrova nella sala dei ricchi a mettere le mani su un pianoforte.

Un monologo e un racconto di sicuro impatto, quello in scena al Teatro degli Audaci, che vale la pena rivivere anche in questa sua veste più mite e serena ma non per questo priva di fascino.

 

Davide Romagnoli  08/04/2018

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