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"La star - Da Norma Jean a Marilyn Monroe": il musical italiano dedicato alla diva

Sono passati 91 anni dalla nascita di Norma Jean Mortenson e ne sono trascorsi 65 dalla morte di Marilyn Monroe. Una delle più grandi icone del secolo scorso ha vissuto due vite distinte, divise nettamenteMarilyn1 da un cambio di immagine, di identità. Questa trasformazione è raccontata dal musical “La star – Da Norma Jean a Marilyn Monroe”, andato in scena al teatro Ambra Garbatella dal 2 al 4 giugno. È il primo spettacolo musicale italiano dedicato alla diva e la responsabilità non è poca. L'idea di partenza spaventa, non c'è dubbio. È strano pensare a un musical italiano dedicato a un personaggio che è stato raccontato in mille modi, in mille ambiti e che ancora verrà raccontato. Insomma – e questo è innegabile – lo spettacolo non si inserisce in una zona inesplorata del teatro nostrano e, proprio per farsi strada tra le mille interpretazioni del mito, sarebbe stato necessario distinguersi in un altro modo, magari sorprendendo quel pubblico scettico, che alza il sopracciglio solo all'idea di assistere ad un musical sulla vita della Monroe. Una sorpresa mancata. 

Marilyn2La produzione della Compagnia degli Indie diretta da Michele Di Francesco ha forse troppi punti deboli per riuscire a imprimere un ricordo del tutto positivo nello spettatore. Il fil rouge dell'intera produzione sono i buoni propositi, tanta energia, ma la resa non rispetta le aspettative. “La star – Da Norma Jean a Marilyn Monroe” si pone l'obiettivo di raccontare la vita della sua protagonista non attraverso la sua immagine pubblica, bensì quella privata, attraverso i mariti, gli amanti, le medicine, la depressione. Lo spettacolo live è alternato – grazie ad alcune proiezioni – a vere registrazioni che immortalano alcuni momenti della sua vita, come i divorzi e le apparizioni pubbliche. Il racconto è accompagnato da una colonna sonora tra il jazz e il pop più ritmato, energica e divertente, ma poco incisiva e originale. Alla buona performance vocale della protagonista (Ambra Lucchetti) si contrappongono quelle dei ballerini – spesso coristi in playback – che eseguono le coreografie di Viola Zanotti senza troppa convinzione e con un atteggiamento che ci è apparso lontano dalla vitalità che, invece, avrebbero voluto comunicare: i movimenti sembrano spesso solo appena accennati e, per quanto sia indubbio che lo spettacolo sia stato anticipato da una lunga preparazione, non è questa l'impressione che giunge in platea.
Lo stesso vale per la parte tecnica, nel corso della serata, è apparsa più volte fallace. L'ansia della prima? Forse, ma le piccole sviste – errare è umano – si sommano tra di loro: la base sonora che viene fatta partire per sbaglio, gli spezzoni di vita proiettati più volte nonostante il contesto fosse cambiato e, soprattutto, con un tempismo pessimo tra un cambio scena e l'altro, sempre e comunque troppo lunghi (anche se le scenografie semplici ed esplicative sono uno dei punti forti della messa in scena). “La star – Da Norma Jean a Marilyn Monroe” è di sicuro un progetto coraggioso, frutto di un impegno indipendente che va sempre e comunque incitato – ovviamente – ma questo non può essere una scusa, anzi. A mancare non è la passione, ma ancora, probabilmente, la consapevolezza piena dei propri mezzi espressivi.

Viola Barbisotti 10/06/2017

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