Testo: Francesco Rizzo
Regia: Emilia Martinelli
Interprete: Sandro Calabrese
Disegni: Federica Fabrizi
Compagnia Teatrimprobabili
Francesco Rizzo è “L’uomo dei finali”, già in “834”, spettacolo proposto al Festival Inventario, ci aveva regalato un colpo di scena conclusivo capace di sovvertire la percezione dell’intero spettacolo. Le sue storie non si chiudono con un happy ending che risolve e mette ordine ma con un ribaltamento totale, come un trompe l’oiel rivela tutto nella sua totalità.
“L’uomo dei finali” in scena al Roma Fringe Festival, parte da interrogativi che sembrano autobiografici, tipici di chi vuole raccontare storie al fine di perdurare la vita di ogni singolo momento o emozione, alle prese con la difficoltà dell’incastro esatto delle parole, finisce con l’approdare a una storia “inventata” costruita con personaggi bidimensionali, disegnati sulle lastre o tele sottili come la carta velina. Sandro Calabrese, interprete sicuro e credibile, con un lungo monologo riesce a raccontare il vasto corollario di emozioni che accompagno la fase di crescita di un uomo, dalla paura alla gioia, dalla vittoria alla sconfitta, dalla simbiosi con il gemello alla solitudine.
L’inizio e la fine di una storia sono sempre le creazioni più difficili, l’incipit è dubbioso riguardo alla forma mentre la fine è sempre aperta a molteplici soluzioni, come i 150 finali memorizzati dal fratello gemello per vincere un record. La capacità di memorizzare finali lo conduce a scriverne su commissione per i registi o per i grandi divi, fino al momento in cui decide di scrivere il suo finale, raccomandando al fratello gemello di vivere una vita propria, senza avere il compito di raccontare e creare le avventurose o meravigliose o esemplari vite altrui.
“L’uomo dei finali” è uno spettacolo sul gioco combinatorio di elementi reali e immaginari, necessario per la creazione di una storia, al pari della combinazione di fattori genetici capaci di generare sempre uomini unici, anche quando si tratta di gemelli. Nel finale sono racchiusi i trucchi della storia e della creazione, che una volta svelati dissolvono tutto.
Gerarda Pinto 16/06/2015