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“Io Rifiuto”: in scena al teatro Tordinona lo spettacolo di Francesca Romana Miceli Picardi

Il triste destino di due donne rinnegate e il loro, forse, inevitabile incontro all’interno di una discarica. “Io Rifiuto”, in scena dal 14 al 19 marzo al teatro Tordinona, è lo spettacolo scritto e diretto da Francesca Romana Miceli Picardi, interpretato da Marina Cappellini e Manola Rotunno. Una storia che racconta, attraverso le voci delle protagoniste, la faccia triste di una realtà che, ancora oggi, distrugge senza pietà ogni tentata ribellione.
In una discarica colma di rifiuti Carolina e Carmela si risvegliano dalla morte. La prima spigliata, sfrontata, istrionica e caratterizzata da un’ironia a tratti nostalgica; la seconda più mansueta, ingenua e sognatrice che subisce in silenzio iorifiuto1senza alzare mai la testa. Entrambe narrano, ad uno “spettatore-ascoltatore” attento, il destino che attende chi non sceglie di tacere e sottomettersi a famiglie come quella di Carolina - che scelgono l’illegalità e la coercizione per raggiungere l’onore - e come quella di Carmela - in cui il padre obbliga le figlie a prostituirsi per intascare il suo denaro. In un Sud che le accomuna e che mostra la sua faccia più spietata in cui non c’è spazio per i diritti di due donne, che vogliono vivere la vita a modo loro. Entrambe, immerse in una dimensione intima e riflessiva, sono messaggere di un sistema malato più grande di loro, fatto di omertà e oppressione.
Le vittime percorrono un viaggio onirico all’insegna di una conoscenza che man mano rivela dettagli sempre più nitidi sui sogni, le paure e le continue lotte per il loro diritto di essere donne. Attraverso la loro netta diversità, le protagoniste si competano trovando il perfetto equilibrio tra l’aspetto propriamente tragico della vicenda, e quell’ironia del caso che per qualche secondo ruba un sorriso allo spettatore.
Senza dilungarsi in eccessive tragicità, lo spettacolo centra immediatamente il tema della malavita e dell’omertà. Una luce diretta mette in rilievo la sfortunata “realtà-incubo” raccontata con fiabesco distacco, senza tralasciare neanche i dettagli propri della quotidianità. Sono momenti in cui si cade in una triste, suggestiva atmosfera in cui prendono vita l’angoscia e la paura.
Strade diverse che si incrociano senza via d’uscita in cui a guardare ci sono soltanto "montagne che sembrano giganti sonnecchianti e mare come testimone muto”.
Attraverso una scenografia realisticamente azzeccata, “Io Rifiuto” non è solo un gioco di parole ma un modo di leggere le facce uguali di uno stesso destino. Rifiutarsi di fronte all’oppressione e soccombere ad una morte che sembra già annunciata.

Paola Smurra 17/03/2017

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