Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

“In punta di piedi”: dieci anni dal debutto, torna in scena il primo atto della trilogia dell’inettitudine

Non di rado il teatro ha ospitato sul proprio palcoscenico scritture di argomento calcistico o comunque sportivo. In questa stagione di spettacoli romani, sono state molteplici le occasioni per assistere alla messa in scena del trasporto emotivo proprio del tifoso. “In punta di piedi” però è una storia leggermente differente. Pur rimanendo nell’ambito appena descritto, illustra al pubblico le passioni e il sentimento di una giovane riserva del panorama dilettantistico toscano. Di conseguenza è totalmente assente il punto di vista stereotipato del supporter, prediligendo il personaggio del giocatore timido e indifeso, eternamente fuori rosa, che riflette una condizione più generale d’inettitudine e frustrazione.
Scritto e interpretato da Andrea Trapani, sotto la direzione della regista Francesca Macrì, “In punta di piedi” viene riproposto a dieci anni dalla sua prima stesura, sul palcoscenico della sala Gassman del Teatro dell’Orologio che diventa immediatamente una piccola porzione del campo da calcio, attraverso l’impiego di una panca, unico oggetto di allestimento in scena. L’attore fiorentino impersona parallelamente più elementi della squadra che dialogano tra di loro, cercando di ricreare le innumerevoli situazioni divertenti che si verificano normalmente sulle panchine, come l’allenatore furioso e scatenato per il risultato che dà indicazioni incomprensibili ai giocatori in difficoltà o come la povera riserva che finge l’infortunio agli occhi della ragazza amata che assiste dagli spalti. Anche il pubblico del teatro assiste al match dilettantistico: pur non vedendo direttamente una partita di calcio, comprende perfettamente le dinamiche di gioco, le azioni e il risultato finale, interpretando tutta quella serie d’incitazioni, esultanze e reazioni buffe che Andrea Trapani compie sul palcoscenico.
“In punta di piedi” sembra a primo sguardo una pièce leggera e divertente, ma l’occhio di bue è sempre puntato sul giovane calciatore adolescente e sulla sua condizione misera e infelice a causa della poca stima che tutti, dall’allenatore, ai compagni di squadra, ripongono in lui. L’opera, scritta da Trapani e Macrì, fa parte di quella che gli stessi autori hanno definito “la trilogia dell’inettitudine” che, citando le sillogi di Svevo e Federigo Tozzi, ritrae le vicende di tre uomini alle prese con un’evidente inabilità a vivere. I titoli della trilogia sono “In punta di piedi”, “La spallata” e “Fragile show” e hanno in comune, oltre al file rouge dell’inettitudine, il soprannome da predatore affiliato ironicamente al protagonista: Mastino.

Susanna Terribile 21/03/2016

Foto: Manuela Giuso

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM