Tragici e irriverenti i personaggi che gli attori del grande Peter Stein interpretano: un padre autoritario che soffre di demenza senile, il fratello disadattato che si definisce il miglior chauffeur della città, il figlio violentato da bambino che lavora nel campo della prostituzione, l'altro che vuole fare il pugile nonostante non abbia la benché minima possibilità, il più grande che vive negli Stati Uniti con la moglie nella speranza di farsi una vita migliore. Un legame malato e assurdo li lega tra di loro, in una situazione in cui il solo che si salva sembra essere Sam, l'unico che non ha sporcato la sua dignità di schifo, ma che suscita talmente poco interesse ai familiare, che verrebbe addirittura lasciato morire sul pavimento dell'appartamento.
Tutto va avanti nella monotonia della quotidianità, tra le lamentele dei figli per i pasti miseri e i racconti cinici del padre, finché il figliol prodigo non torna a casa per presentare la donna con cui è sposato da sei anni. Questo arrivo inaspettato destabilizza l'apparente equilibrio della casa e mette in subbuglio le certezze. La moglie Ruth (Arianna Scommegna) viene accolta con volgare attenzione e irrita il vecchio Max (uno straordinario Paolo Graziosi) che, dopo la morte della madre dei suoi figli, non è più abituato ad avere a che fare con le donne. Dopo un primo momento di imbarazzo e desiderio di fuga, Ruth si adatta alle abitudini dei suoi nuovi coinquilini e cede alle loro provocazioni, ai loro corpi vogliosi di amore.
La partenza dei due sposi è stabilita, ma Teddy se ne andrà da solo, sconvolto dall'idea che la moglie preferisca prostituirsi in un appartamento tutto suo, piena di vestiti e attenzioni, piuttosto che crescere i suoi tre figli. Il sogno di fare la modella sembra essersi realizzato per la donna, ignara del destino a cui sta andando incontro, o forse totalmente consapevole - in un suo misterioso e spietato piano - della sua vittoria.
(Sara Bonci)