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Il regista Claudio Boccaccini propone a teatro un nuovo adattamento del romanzo "Il fu Mattia Pascal"

Dal 26 febbraio al 3 Marzo, presso il teatro Ghione di Roma, il regista Claudio Boccaccini è andato in scena con un adattamento del romanzo “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello. La trama nota a tutti, racconta del protagonista Mattia Pascal (interpretato da Felice Della Corte) che, vittima di una vita matrimoniale soffocante di cui ne è insoddisfatto anche a causa delle difficoltà economiche, vince una somma considerevole di denaro alla roulette. Ma, nel tragitto verso casa, scopre di esser stato scambiato per il cadavere di un suicida. Approfittando allora del dramma, lascia credere a parenti e conoscenti di essersi suicidato per fallimento sentimentale, sfruttando la consistente vincita per iniziare una nuova vita. Mattia Pascal, sotto l’identità di Adriano Meis, inizia a vivere una seconda esistenza ma, privo di documenti e di identificazione anagrafica, dovrà fare i conti con tutte le ingiustizie costrette a subire senza poter ricorrere a mezzi legali. Stanco anche questa volta di tutte le costrizioni che gli impediscono ancora di essere felice, simula un suicidio, dando fine all’identità di Adriano Meis. Tornato allora alla sua vecchia vita, scopre che ormai di lui è rimasta solo la sua tomba. La moglie si è risposata con un vecchio amico dal quale ha avuto anche una figlia e tutto sembra essersi scordato di lui. Di questa realtà divisa tra volto e maschera, tra essere e voler essere, Claudio Boccaccini ed Eleonora Di Fortunato intervengono in maniera forte sul testo originale. La particolarità di Boccaccini, come dichiarato nell’intervista rilasciata ad Emanuele Bucci, si basa sulla scelta di non rappresentare la storia di Mattia Pascal al pubblico ma di farla raccontare dallo stesso protagonista. La parte delle problematiche del personaggio, sue e familiari, non sembravano abbastanza interessanti, cosa che, al contrario, è risultata essere la seconda esistenza, vissuta quasi in un mondo onirico e fantastico nella capitale romana. I personaggi che subentrano nella vita di Adriano Meis sono alquanto curiosi: il vecchio matto e la medium rappresentano dei profili interessanti ma buffi allo stesso tempo. Adriana è l’unico personaggio normale di cui poi Adriano si innamora, senza però poter coronare questo sentimento a causa degli impedimenti legali. Questa sarà infatti la pena da scontare per il passaggio ad una nuova identità. Nonostante la peculiarità, il testo è risultato molto aderente all’originale. Al suo rientro, Mattia scopre che la sua esistenza è ormai frantumata per via di una società che dimentica e sostituisce senza pietà. Di Mattia Pascal non è rimasto più niente, solo il ricordo di colui che definiamo, appunto: “Il fu Mattia Pascal”.

Greta Terlizzi

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