“Europa Europa” scandisce con crudezza Strasser, personaggio freddo e maligno interpretato da Fabio Mascagni, “Europa Europa”. Il luogo della vicenda è chiaro: un hotel bavarese dimenticato dalla società, privo di qualsiasi bene primario, dove la speranza è completamente morta. Un hotel che Horváth in un primo momento voleva chiamare proprio Europa, per sottolineare il legame solo apparente che avrebbe dovuto unire le persone che coabitavano al suo interno.
Di fatto, questo luogo di degrado che rappresenta l’ambientazione dello spettacolo è la metafora di ciò che era per l’autore austriaco la sua epoca. Erano anni di odio, di disperazione, che avrebbero inevitabilmente portato al nazismo e alla Seconda Guerra Mondiale. Tutto questo vive nei suoi personaggi, pronti a distruggersi a vicenda pur di sopraffare l’altro. La baronessa Ada von Stetten è la vittima preferita dei suoi tre amanti - direttore, cameriere e autista dell’albergo - ma al tempo stesso è la sola a contribuire economicamente al loro mantenimento.
Senza pietà si accaniscono contro la loro fonte di “benessere” in un meccanismo di rivolta contro il potere, rappresentato dal denaro. Anche il fratello della baronessa, ormai ridotto al lastrico dal gioco d’azzardo, e Müller, rappresentante della ditta “Hergt e Figlio”, muovono i propri passi con l’idea fissa di raggiungere i propri interessi economici. L’unica fuori da questo gioco vizioso sembra essere Christine, modello di fanciullezza, purezza e amore, destinato a marcire insieme a tutto il resto.
Con un humor noir e una spietatezza tipica del regista, Paolo Magelli allestisce uno spettacolo tremendamente attuale, dove la realtà scenica supera qualsiasi limite.
(Sara Bonci)