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HEDY! The Life & Inventions of Hedy Lamarr. Il riscatto della bellezza femminile

Capelli corvini, vestito elegante, fascino da diva. Dietro un sottile velo bianco che divide in due la scena, una figura femminile si staglia in pose plastiche, come prigioniera di un mondo rarefatto che non lascia spazio ad altre movenze. Animata da un desiderio di raccontarsi, la donna esce allo scoperto, liberandosi da quella prigione patinata per presentarsi al cospetto dello spettatore. Il suo nome è Hedwig Eva Maria Kiesler, in arte Hedy Lamarr. È di origine austriaca, ma vive negli Stati Uniti. È una star di punta della MGM nell’epoca d’oro di Hollywood, ma anche l’inventrice dello Spread Spectrum, la tecnologia alla base dei moderni sistemi di comunicazione telefonica. È una donna dalla bellezza disarmante e una scienziata dall’intelligenza fuori dal comune.

"HEDY! The Life & Inventions of Hedy Lamarr", andato in scena il 24 gennaio nell’ambito della prima edizione dell’OnStage! Festival all’Off Off Theatre di Roma, porta a teatro la sua storia con un one woman show interpretato da Heather Massie per la regia di Blake Walton.Resized 525 Reclining Heather Massie in Hedy 2017 Press Pic A Al Foote III 
Sulla scena, pochi essenziali elementi, quelli di un interno borghese in cui Hedy si muove afferrando oggetti che rievocano momenti specifici della sua vita. Dall’infanzia viennese agli studi di ingegneria, passando per lo scandalo del primo orgasmo sul grande schermo nel cecoslovacco Estasi fino alla fuga dal nazismo verso gli Stati Uniti. Una frenetica esistenza, fatta di sei matrimoni e altrettanti divorzi, che la Massie ingloba attraverso un uso multiforme della voce, modulata di volta in volta su accenti diversi, e del corpo, che insieme all’artificio dell’abito e all’eccesso del trucco, sovraespongono l’attrice come a voler dar conto della duplice e affascinante natura del personaggio che interpreta.

C’è infatti qualcosa di evidentemente straordinario in Hedy, qualcosa che ha a che fare con l’essenza stessa del divismo, con quella volontà di mascherare, coprire, occultare l’identità individuale dell’attore in favore della sua veste pubblica, ma anche qualcosa che riguarda più apertamente l’essere donna in una realtà, quella dell’industria hollywoodiana, e della società in generale, dominata da un controllo maschile dove per avere successo, come afferma la star in una battuta, «tutto quello che bisogna fare è rimanere immobile e sembrare stupida». Ne viene fuori un ritratto audace di una donna estremamente sensibile, in grado di assorbire con entusiasmo ogni occasione che la vita ha da offrirle. Una doppia identità che riscatta l’idea tradizionale di bellezza femminile.

Angela Santomassimo, 25/01/2019