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Scopriamo il lato umano di Gesù con Giorgia Mazzucato

Sabato 8 giugno il Teatro Studio Uno di Roma ospita lo spettacolo di Giorgia Mazzucato, Gesù aveva l’erre moscia, che racconta con leggerezza e la dose di estro e fantasia che contraddistingue l’attrice padovana la vita e la personalità del figlio di Dio. Incontriamo Giorgia per farci raccontare il suo spettacolo, che cerca di avvicinare una figura mitica al pubblico più eterogeneo: credenti ma non solo. “Gesù aveva l’erre moscia affronta il tema delle religioni dal punto di vista di Gesù, come personaggio storico ma soprattutto nel suo lato più umano. Mi sono messa nei suoi panni e ho immaginato lo sforzo che deve comportare fare un miracolo: non è mica una cosa da niente! Uno può anche dare di stomaco dopo uno sforzo simile”.

Non l’avevamo mai vista in questo modo, in effetti. Eppure l’umanità di Cristo è un concetto cardine della religione cristiana. “Se è uomo, questo vuol dire che ha anche i sentimenti dell’uomo: immagina che ti svegli e sai che devi salvare il mondo, deve essere una bella pressione da avere addosso. L’erre moscia serve a renderlo umano, e cosa migliore di un difetto di pronuncia? Nello spettacolo lui si relaziona con molte religioni, buddhismo, induismo, per arrivare a capire che, in sostanza, stanno dicendo tutti la stessa cosa. Anche per quanto riguarda il concetto di amore, di sacrificio: lui si è fatto ammazzare per noi e noi facciamo quello che facciamo”. In effetti, Gesù non deve essere proprio fiero di noi. Ma in quanto uomo, forse capisce meglio di chiunque altro lo sforzo che facciamo, nonostante tutto. “Penso sia bello rappresentare Gesù come un po’ impacciato, il tuo migliore amico. Scherza, gioca, cerca di capire le cose, va persino in Erasmus, questa nazione immaginaria in cui conosce tutti i figli delle divinità, Little Buddha, Gianfucio... Ti ci affezioni, anche se poi sai che la cosa non andrà a finire benissimo”.

Per fare questo spettacolo Giorgia si è esposta in prima persona davanti a inspiegabili tentativi di boicottaggio. “Quando ho fatto Gesù aveva l’erre moscia per la prima volta me l’hanno censurato. Dovevo debuttare in un teatro gestito dai religiosi, era tutto pronto da mesi, a cinque giorni dalla replica mi arriva questa mail in cui mi dicevano che il titolo andava cambiato. Ho parlato con questa persona, che mi ha detto che era offensivo dire che Gesù aveva l’erre moscia. Allora le persone che hanno un difetto di pronuncia come dovrebbero sentirsi? Mi sono resa disponibile a inviargli il copione, spiegandogli che era uno spettacolo che rappresentava il lato umano di Gesù. Lui mi ha detto una cosa a mio avviso gravissima, anche per me che non sono credente: “Noi non vogliamo vedere il lato umano di Gesù”. Mi hanno proprio imposto di cambiare il titolo, pena la messa in scena. Ho detto di no”.

Un atteggiamento, pensiamo, figlio di quella scuola di libertà di pensiero appresa dai grandi Dario Fo e Franca Rame. Ma Giorgia minimizza: “Non penso che il mio sia stato un gesto eroico. Devi essere convinto di quello che fai, se no come puoi pretendere che gli altri lo siano? Questo spettacolo per fortuna ha cominciato a girare, e sono venute anche un sacco di persone molto credenti, che erano contentissime. Alcune vecchiette mi hanno detto addirittura “non vediamo l’ora di andare a messa!”.

Giulia Zennaro, 07/06/2019

 

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