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"Eneide di Krypton": tra New Wave e ricerca teatrale al Teatro Argentina

L'anno scorso al Teatro Studio di Scandicci era tornata in scena l'Eneide di Krypton, uno spettacolo del 1983, incredibilmente innovativo sia dal punto di vista drammaturgico, che da quello musicale, con rappresentazioni in tutto il mondo, arrivando fino a New York, al Teatro La Mama nel 1984. Parte del suo successo è dovuto alle musiche, curate da un gruppo allora esordiente, ma che avrebbe ben presto segnato un punto di svolta nel rock italiano: i Litfiba. "Eneide di Krypton" è anche il titolo del loro primissimo disco (tecnicamente è un EP, ma dura ben 40 minuti), uscito un anno e mezzo prima del loro debutto Desaparecido e composto unicamente da Gianni Maroccolo (basso) e Antonio Aiazzi (tastiere), che di lì a poco avrebbero fondato i Beau Geste, un progetto di musica elettronica, con Francesco Magnelli.

Per questa nuova edizione dell'Eneide, il regista Giancarlo Cauteruccio ha deciso di rivedere alcune cose, per rendere lo spettacolo al passo coi tempi. Prima di tutto, le musiche anzichè essere registrate sono suonate dal vivo (dal trio Maroccolo-Aiazzi-Magnelli, senza Piero Pelù) e anche rielaborate, perchè non sembri un'operazione nostalgica. I musicisti suonano in fondo al palco, coperti da tre grandi scudi (da uno dei quali uscirà un laser ogni tanto), e al centro della scena c'è il regista, che narra la vicenda (leggendo un'Eneide uscita nel 1966).

Questa scelta, dal punto di vista scenico non è proprio il massimo: sebbene gli incredibili fasci di luce e il fumo rendano l'atmosfera incredibilmente affascinante, la presenza (quasi perenne) di Cauteruccio non risulta un po' ingombrante. I laser coloratissimi, misti al fumo (che viene abbondantemente diffuso per tutto l'Argentina), ricreano le onde del mare, e talvolta si ha anche l'impressione di venire letteralmente sommersi. Nel frattempo sullo sfondo scorrono le immagini, alcune quasi in 3D. Le musiche non sono poi così diverse dalle originali: il passaggio da analogico a digitale rende il tutto più onirico e meno marziale nella drum machine. Ci sono anche delle divagazioni trip hop su "L'incontro d'amore". L'elemento new wave è ormai minoritario, in favore di un'elettronica aggiornata ai giorni nostri (sebbene la matrice, in fondo, rimanga quella).
"Eneide di Krypton" è il classico spettacolo che fa la felicità di quelli che amano le sperimentazioni e l'infelicità di chi vuole il Teatro ancorato alla tradizione. La differenza tra un concerto e uno spettacolo qui è molto sottile e le immagini proiettate ricoprono un ruolo predominante, lasciando la narrazione e la recitazione in secondo piano (forse anche terzo, visto che pure le musiche rivendicano la loro importanza).


(Daniele Zennaro)

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