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“Donne”: la fatica della libertà. Va in scena il Novecento

La forza delle donne si misura dal loro grado di cimentarsi con le intemperie dello scorrere del tempo.
Per la regia di Simone Schinocca, va in scena “Donne”, con le attrici Valentina Aicardi e Silvia Freda. A cura della compagnia teatrale Tedacà di Torino, sul palco per la prima regionale al Teatro Tordinona di Roma fino al 21 febbraio, lo spettacolo vuole raccontare il percorso della donna nel Novecento italiano, spunto per una sempre vivida riflessione sulla condizione femminile dei nostri giorni.
Due donne si incontrano in una immaginifica “stanza del tempo” che le trasporta attraverso gli anni più significativi del secolo scorso. Un grande baule al centro della scena è la chiave attraverso cui leggere le tappe di questo viaggio avventuroso, in cui sono custoditi e pian piano svelati gli oggetti e gli abiti che marcano ogni stadio narrativo. Alle spalle delle due giovani attrici, un pannello nero le sottrae alla vista del pubblico, come un monolite, a segnare il passaggio da una tappa all’altra della storia d’Italia, quando le parole non bastano a rappresentare il flusso accelerato dei tempi.
L’arte di arrangiarsi si presenta, attraverso questo percorso nella Storia, come un vero e proprio retaggio per la donna, ammorbidito di volta in volta grazie alle leggi per la parità dei diritti di genere. Valentina Aicardi e Silvia Freda divengono narratrici e al contempo interpreti di una storia di cui condividono il genere e che col proseguire della narrazione si rivela “genetica”, fisica nei gesti e nei movimenti.
Le “Donne” di Schinocca sono quelle bruciate dal sole dei campi, le fiere mogli che durante la Seconda Guerra Mondiale hanno affinato l’arte di accomodare il tempo nonostante le condizioni ostili, le dattilografe, le Partigiane, le prime donne al voto al referendum per la Repubblica, le sposine degli Anni ’60, le scolarette che sognano di diventare scienziate, medico, ministro.
Ironia e fisicità sono le parole chiave per descrivere la messinscena: un percorso non solo attraverso questi anni di grande cambiamento, ma anche nella personalità delle donne del Novecento che diventano di volta in volta meno arrendevoli e sempre più competitive; non solo attraverso la pagina politica, ma anche attraverso quelle della cronaca, quando lo sguardo si insinua tra i battenti della vita familiare, con le sue grandi contraddizioni e ingiustizie, i tanti casi di violenza domestica, di alterazione dell’amore, sino ai più recenti (il caso di Lucia Annibali, sfigurata con l’acido per un atto punitivo orchestrato dall’ex fidanzato).
Una storia, quella di “Donne”, dove il trascorrere del tempo s’intreccia con le opportunità e le scelte dettate dalla storia dell’Italia del Novecento, in un cammino dove ogni tappa e ogni scelta diviene un’inedita presa di responsabilità. Una responsabilità che mai può prescindere dai diritti, mai dal rispetto per la persona, perché “il tempo trascorso a permettere a qualcuno di farci del male non torna”.

Federica Nastasia 20/02/2016