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Da Messina con furore sbarca al Teatro Elfo Puccini la coppia Scimone – Sfarmeli

Spiro Scimone e Francesco Sfarmeli, rispettivamente autore e regista, oltre ad essere tra i protagonisti di “Amore”, l’ottava commedia scritta di Scimone (in scena al Teatro Elfo Puccini fino all’8 maggio), sono un fulgido esempio di compagnia indipendente che trae ispirazione per la sua narrazione da testi celebri come “Aspettando Godot” di Beckett.
“Amore” si apre su uno sfondo elegiaco, con due lapidi, una coppia di mezz’età in una dimensione surreale e visionaria. In questo non luogo e alla presenza d’identità ai margini della società, si muovono i personaggi di questa breve pièce. I personaggi sono dei vecchietti, ad affiancarli un’altra coppia, quella di due pompieri: un comandante ed un suo sottoposto. Quattro protagonisti che non hanno nome e vagano tra le tombe di un cimitero si presentano al pubblico in un’atmosfera desolata. La dimensione spazio-temporale sembra sospesa, forse i protagonisti sono morti che camminano nell’illusione di essere ancora vivi o forse stanno vivendo l'ultimo giorno della loro vita. Delle figure simili alle Parche, si stagliano su grandi amore3tele sullo sfondo. Dialoghi quotidiani e onirici a ritmo avvitato si susseguono e dagli scambi di battute tra le due coppie, emergono situazioni differenti che lasciano trapelare relazioni, tensioni e richieste fisiche capaci di far emergere la verità ed il dramma del quotidiano. Dietro lo sfogo di parolacce della vecchietta trapela il senso di frustrazione di una donna che ha sempre tenuto dentro di sé le proprie emozioni per una vita intera e ora che ha la consapevolezza della fine, trova il coraggio di tirare fuori la sua rabbia e far emergere i propri sentimenti. Lo stesso succede al pompiere sottoposto del comandante. Con continue allusioni alla loro omosessualità, il sottoposto in un crescendo appassionato, fa emergere le verità nascoste, ma ora sembra arrivato il momento finale, l’epilogo di una vita vissuta soffocati dalla vergogna per un amore inconfessabile. Sembra giunto il momento di vivere l’intimità liberamente. Sono lontani i tempi in cui i pompieri erano costretti a nascondersi dietro l’autobotte per tentare di scambiarsi effusioni amorose. Rinunciavano alla loro intimità, ma ora i tempi sono maturi e non bisogna più avere paura di arrivare fino in fondo. L’importante per entrambe le coppie è rimanere insieme e senza paura. Non bisogna avere dubbi, ma rilassarsi e riscaldarsi sotto le lenzuola fino al silenzio. Le fiamme oramai sono state sedate e la quiete impera tra le due tombe che fungono da letti che accompagnano chi vi è sdraiato verso l’ultimo viaggio, quello verso un al di là in cui la convivenza tra gli uomini, qualunque sia l’orientamento sessuale, è resa possibile, in una dimensione in cui conta solo sentirsi se stessi, senza mai tradire la propria identità.

Adele Labbate 05/05/2016

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