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“Coco, l’ultimo sogno”: tra mito, leggenda e verità, la Storia di un’icona della moda di tutti i tempi, in scena al Teatro Elfo Puccini

Chi non conosce o non hai mai sentito parlare di Coco Chanel? Una vera icona e diva della Storia della Moda di tutti i tempi. Ogni bambino ha un giardino segreto dove rifugiarsi a giocare con le sue bambole, quello della piccola Coco era un cimitero dove si recava e già a sei anni era sola. Orfana di madre, il padre l’abbandona in un convento e cresce con le suore, cattiva ed orgogliosa. Essere orgogliosi per Coco significa essere liberi. Ma per lei essere liberi equivale ad essere ricchi, così inizia a desiderare il denaro per comprarsi la libertà e non le cose. E poi arriva il lavoro.
Questo l’esordio di “Coco, l’ultimo sogno” di e con Giulia Dall’Ongaro del Teatrino Giullare. Uno spettacolo delicato ed ironico, ispirato alla contraddittoria esistenza e alle dichiarazioni, insolite e commoventi, che Coco Chanel fece durante il suo esilio in Svizzera. A metà tra il mito e la leggenda, Chanel ha imposto uno stile, ha fatto la Storia della Moda e poco importa di quanto si sia scritto sulla sua presunta o vera vita privata e pubblica. Quello che conta oggi è l’immenso patrimonio lasciatoci. In questo divertente monologo, lo spettatore assiste al ripercorre della vita unica e audace di questa piccola grande donna, fattasi con le sue forze pur vivendo una vita fatta di situazioni talvolta dolorose e feroci, ma che pur tuttavia, riesce a trovare una via di fuga ed il conseguente riscatto tramite l'immaginazione ed un paio di forbici.
In scena, un bianco e soffice letto dove si staglia del nero, i due colori chiave della vita di Chanel. In mezzo al letto un buco, simbolo forse del vortice che è stata la sua vita, da dove, non a caso, entrano ed escono cose e persone della sua esistenza: bambole, crocifissi, rosari, perle, sigarette, tessuti, uomini, forbici. Tutti elementi che ritraggono la vita di questa grande donna. Al fianco di questa donna, che ha rivoluzionato il modo di essere e di vivere delle donne, rendendole autoironiche, solo un cane. Si parla di una donna che ha rotto con tutto ciò che rappresentava la Belle Epoque, colei che ha reso i gioielli degli accessori, l’inventrice del tailleur. Conquista l’Europa e gli USA, diventando più famosa di Picasso e De Gaulle, eppure la Francia non le conferirà mai quell’importanza che le riconosce il mondo intero. Ha vestito le Signore più importanti dell’universo femminile, contribuendo a renderle donne eleganti e straordinarie: Jacqueline Kennedy, Grace Kelly. Tra i suoi migliori amici: Picasso, Cocteau e Stravinskij.
Animo collerico, ha conosciuto povertà e successo, divoratrice di romanzi, gli unici, a suo dire, da cui s’impara la vita. I romanzi per lei, difatti, rappresentavano la realtà rivestita da sogno. Lo spettacolo è delizioso ed originale, capace di restituire al pubblico il ritratto di una donna che fino all'ultimo non ha mai smesso di combattere. Il Teatrino Giullare con la sua estrosità e visionarietà ci regala un profilo inedito di una donna che ha cambiato il costume del XX secolo.

Adele Labbate 07/03/2016

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