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Turisti e Roma, il rapporto di odio-amore narrato all'Angelo Mai

Un ritratto fedele e disinteressato dei turisti di passaggio dalla città eterna si trasforma in uno spettacolo lineare e suggestivo. In scena al teatro Angelo Mai fino al 12 febbraio, la compagnia Menoventi ha presentato "Ascoltate! Cartoline a Roma": in sei mesi, nel 2015, sono state raccolte 73 interviste e 156 questionari. Sul palco l'unica voce narrante (Consuelo Battiston) racconta in sequenza innumerevoli aspetti che aiutano a ricostruire l'esperienza comune vissuta dai viaggiatori italiani e stranieri.
Ecco alcune delle domande e le risposte sottoposte in maniera anonima:
Perché hai scelto di venire a Roma?
“Volevo sentire sulla pelle l'odore della storia”, “Perché è la città dove è iniziata la storia occidentale”, “Negli ultimi anni era diventata una specie di malattia troppa era la sete in me di conoscere la capitale”, “In quanto città eterna potrebbe regalarmi l'eternità”. Non mancano poi delle sottolineature negative sull'accoglienza ai visitatori o racconti di esperienze uniche.
Come vi ha accolto la città?Teatroangelomai1
“Abbiamo speso 145 euro di taxi solo per raggiungere il centro dall'aeroporto”, “La prima sera abbiamo fatto l'amore per tutta la notte col portiere dell'albergo”, “Niente di speciale, sembra solo l'ennesima grande città caotica e indifferente”.
Cosa hai visto a Roma?
“Ho visto una quantità spaventosa di turisti, un numero eccezionale di frati, suore e gusti di gelati”.
A metà spettacolo Consuelo Battiston si avvicina a un contenitore per simulare il lancio della monetina alla Fontana di Trevi. Prima tenta di gettare da lontano e di spalle, poi frontalmente riempie il vaso di spiccioli come fosse un salvadanaio. In sottofondo le creazioni musicali di Nino Rota (per il film la Dolce Vita) segnano il ritorno alla narrazione.
Cosa ti ha offerto Roma?
“Poca arte moderna, raramente si trovano cestini per la differenziata, mezzi pubblici indecenti”, “Non ho trovato l'amore così come ho visto tante volte nei film italiani”, “Non tornerò mai più in questa metropoli in cui puntualità ed educazione sono un'eccezione”.
Alcuni dati vengono diramati dall'attrice: il 35% dei turisti si sente solo un cliente da spolpare, il 19% un persona accolta gradevolmente, il 15% si definisce accolto come un amico, l'11% come merce, il 10% si è sentito un semplice turista di passaggio, il 7% come un fesso derubato dalla furbizia di alcuni commercianti, il 3% un benefattore per l'economica turistica di Roma.
Vengono raccontate altre esperienze estremamente negative: furti, aggressioni e tentativi di estorsioni. A stemperare il racconto delle disavventure un audio in sincro con la voce dell'attrice riporta delle espressioni colorite tipicamente romane: “Scialla”, “E sti cazzi”, Ammazza!”.
Altre domande sono: Dammi tre aggettivi per descrivere un romano (“Bello, sensibile, espressivo” oppure “Buono e carogna insieme, naturalmente cascamorto”) e Questa città può favorire una conversione religiosa?
Al centro della scena interviene per pochi minuti Giacomo Giubilini, il quale, in maniera personale e particolarmente critica, aggiunge che i visitatori a Roma scoprono la marea di menzogne su cui si basano alcuni culti religiosi (femori, croci, chiodi bonariamente attribuiti alla passione di Gesù). E il problema di “pisciare” nei luoghi pubblici. Ogni turista deve fare i conti con la richiesta della chiave per il bagno e il conseguente obbligo di consumare all'interno del locale. Dal punto di vista di Giubilini: “Roma spende tutto ciò che possiede e i turisti sono l'ultimo elemento della lotta di classe intestina alla città”.
Commovente il richiamo di una turista francese per i romani: “Vi preghiamo, ricordatevi che vivete nella città più bella del mondo. Preservate la sua bellezza”.
Nel prologo l'atmosfera si fa più cupa, con accenni polemici sorretti da frasi esultanti del sindaco Raggi subito dopo la vittoria alle elezioni. Nell'epilogo il contenitore di monetine vibra rumorosamente e getta verso l'esterno tutto il contenuto dando vita a un momento di forte impatto emotivo: la capitale si ribella alla marea incontrollata di turisti?
Le impressioni raccolte dalla compagnia Menoventi sintetizzano sia gli aspetti positivi sia i mali atavici che affliggono Roma Capitale. Se da un lato la “grande bellezza” e l'unicità dei monumenti della prima metropoli delle civiltà antiche hanno attratto nel 2016 quasi 14 milioni di turisti, dall'altro sono evidenti i mali atavici che limitano una fruizione confortevole a misura di turista: mancanza di servizi pubblici e assenza di una struttura capillare per orientare i cittadini di passaggio danneggiano l'esperienza sensoriale tra le strade della Caput Mundi.

L’atelier Angelo Mai Altrove è stato premiato nel 2016 con il premio “Franco Quadri”, in segno di riconoscimento delle sperimentazioni artistiche, dell’attivismo politico e culturale agli spazi liberi, sia fisici che mentali e politici.

Daniele Leuzzi 12/02/2017

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