Il 24 maggio scorso è stato proclamato il vincitore della prima edizione del Festival curato da Angela Telesca e Cecilia Bernabei, si tratta di “Antigone 1945”. Lo spettacolo, scritto e diretto da Mirko Di Martino, e interpretato da Titti Nuzzolese e Luca Di Tommaso, si era già conquistato lo scorso anno la menzione speciale alla drammaturgia nel corso del Festival della Resistenza di Parma. Come s’intuisce dal numero presente nel titolo, la pièce narra una storia di guerra, nell’epoca di fascisti e partigiani, quando una ragazza del Nord, di nome Antigone, si ribella a uno Stato crudele per prendersi cura di un fratello morto. Sopra i sentimenti per lei vi è sempre la guerra, quella che condiziona ogni epoca e ogni tempo, il passato, il presente e il futuro. L’opera è stata prodotta dal Teatro dell’Osso di Lioni, in provincia di Avellino.
La rassegna DOIT (acronimo di Drammaturgie Oltre Il Teatro), inaugurata il 28 aprile e conclusasi per l’appunto il 24 maggio, ha visto in gara otto compagnie in un progetto culturale caratterizzato dall’attenzione per la creatività, con la sintesi fra testo teatrale e messinscena. Parallelamente, infatti, ha preso il via “L’Artigogolo”, concorso di drammaturgia contemporanea curato dall’Associazione Culturale ChiPiùNeArt. Il direttore artistico del Teatro Due, Marco Lucchesi, ha ben accolto tale iniziativa che ha previsto nel suo programma i mondi più disparati della scena, dal teatro di narrazione a quello cantato, dalla denuncia sociale fino alla commedia dell’arte. Oltre agli spettacoli in gara, hanno calcato la scena anche tre opere “off” e un ospite speciale: “Il carcere è stato inventato per i poveri”, testo a cura della compagnia “Instabile Assai”, con i detenuti della Casa di Reclusione di Rebibbia.
L’idea con cui nasce l’evento non è legata solo al concetto di intrattenere perché il Festival ha l’obiettivo di dar voce a differenti realtà teatrali locali, permettendo a queste di farsi conoscere a un pubblico più vasto, di critici, operatori del settore culturale, e soprattutto anche di giovani, ai quali sono state riservate speciali promozioni. Interessante poi la modalità con cui si è decretato il vincitore, dando potere anche allo spettatore che ogni sera veniva chiamato a votare segretamente con un giudizio compreso fra tre voci (discreto, buono e ottimo). A completare il sistema di valutazione la presenza di una giuria di esperti divisa fra la sezione dei tecnici e quella composta da docenti di scuole romane e organizzatori culturali. Della prima hanno fatto parte, fra gli altri, Erika Favaro, critico teatrale del blog “Che teatro fa” del quotidiano “la Repubblica” e Adriano Sgobba, anch’egli critico, della rivista “Paper Street”. Restiamo, quindi, in attesa della prossima edizione.
(Nicolò Vignati)