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La sinergia tra Andrea Bruni e Ciro Masella per "Il Paese che salvò il mondo"

SESTO FIORENTINO – L'ultima volta che lo abbiamo visto sul piccolo schermo interpretava l'oste Oliviero nella serie tv Rai “Pezzi unici”, girata a Firenze al fianco di Sergio Castellitto, Giorgio Panariello, Marco Cocci, Katia Beni, per la regia di Cinzia TH Torrini. Una fiction che ha dato grande impulso e slancio ad Andrea Bruni, comico, autore, drammaturgo toscano con una carriera più che ventennale alle spalle. Una carriera variegata che lo ha portato ad indossare i panni del frontman in “Tintoria” oppure a “Bulldozer” in Rai come ospite di “Quelli che il calcio”, passando per il programma “Stiamo tutti bene”. Ma il rapporto con il teatro non si è mai interrotto, anzi, all'interno dello Scantinato, il teatro a San Domenico a Fiesole, aveva trovato la sua fucina, il suo laboratorio di sperimentazioni di linguaggi, di scrittura e attoriale. Anche due importanti premi toscani in bacheca: il “Premio Montagnani” e il “Premio Calindri”, due personaggi-faro per gli attori brillanti di qualsiasi generazione. Quindi da una parte la televisione dall'altra il teatro, prima in scena poi, nel tempo, sempre più dietro le quinte, alla stesura dei testi che, pur partendo da un'anima leggera e spensierata, nascondono sempre più il suo lato surreale, onirico, trasognante, magico, grottesco, riflessivo. A cinquant'anni è un artista a tutto tondo che dopo l'esperienza di oltre vent'anni con la compagnia Down Theatre ha deciso di confluire nell'associazione Zera, fondata con Alessia De Rosa, suo nuovo spazio d'ideazione scenica. Bruni adesso ha voglia di misurarsi con qualcosa che alzi l'asticella.andrea-1.jpg

A Sesto Fiorentino, dove vive e dove i suoi genitori avevano un forno iconico che ha sfamato intere generazioni di ragazzi, il teatro non è soltanto il Teatro della Limonaia. Da anni sono nate e stanno crescendo molte realtà parallele perché la voglia di fare e vedere teatro non si può ridurre ad una sala da 99 posti. C'è il teatro parrocchiale “San Martino”, c'è la compagnia Atto Due, esiste da almeno un decennio il progetto per la costruzione di un teatro nell'ex area Ginori. Ma esistono altri spazi che potrebbero essere usati allo scopo come, ad esempio, il Centro Espositivo Antonio Berti che, tra una mostra e l'altra, potrebbe essere utilizzato per sala prove o messinscene. Proprio qui, in questi giorni, Bruni e De Rosa si stanno confrontando con un nuovo testo con l'attore Ciro Masella.

Mi volevo lasciare alle spalle l'etichetta di “comico toscano” - ci racconta nella sua barba bianca Andrea – adesso cerco qualcosa in più rispetto ad una comicità vuota, che non lascia niente se non il rumore di una risata che come inizia finisce. Sono mosso dalla curiosità e rifuggo le etichette”. In questi anni il suo percorso di scrittura parla chiaro: dai monologhi commoventi al femminile “In assenza” passando per il gothic “Desmond”, continuando con l'introspettivo “L'uomo che piantava gli alberi”, proseguendo con “Deriva” sul tema migranti, arrivando ad “Antefatti” una sorta di “Rumori fuori scena”, fino ad “Oblò”, la crescita è stata continua, senza rinnegare il passato ma cercando nuove sfide, nuovi step che lo hanno portato al concepimento di due piece importanti, corpose.

Prima “Commedia Magenta” testo politico orwelliano ambientato in un mondo distopico con dieci personaggi. Successivamente con la stesura de “Il Paese che salvò il mondo” testo che indaga il rapporto tra il popolo e il potere in un domani prossimo che vede le sue speranze affievolirsi, speranze ambientaliste, ecologiste, di crescita consapevole, di politiche eque. Un giallo-thriller, una sorta di “La parola ai giurati” con un processo di fondo che vede schierarsi dialetticamente la coscienza e un Dittatore. Tredici in personaggi in azione ai quali presterà corpo e voce proprio Ciro Masella in un impianto che ricorda Alessandro Benvenuti in “Benvenuti in casa Gori” cambiando un colore, un dettaglio, un'intonazione, una luce, un dialetto, un grande impegno anche per l'attore che in questi anni ha recitato per Castri come per Ronconi, per Massini o Tiezzi, per quelli dell'Elfo milanese o per Savelli a Rifredi.

Lae262b4d4c6900bbb1817b885cccba73e_XL.jpg domanda che mi sono fatto – continua Bruni – è che cosa accade prima che tutto accada”. Sembra cervellotico ma sta tutto qui in un limbo che potrebbe essere la fine del mondo, una catastrofe apocalittica beckettiana come un brodo ancestrale generatore della Pangea come del Big Bang che ciclicamente si rincorrono. Un Io narrante che passa la parola, in questa storia misteriosa, alla dozzina di figure che si alternano e si cambiano il testimone lasciando sul campo domande e riflessioni in un testo che interroga la scienza come i grandi valori dell'esistenza oscillando dalla rabbia all'accoglienza, dal fatalismo al ragionamento, dal pensiero alla violenza. In questo paese, chiamato esemplarmente Buoncammino (definito poeticamente “un vestito fuori misura”), si deve prendere una decisione fondamentale; c'è un processo in atto dal quale scaturiranno conseguenze, dopo il quale niente sarà più come prima e non si potrà più tornare indietro. unnamed.jpgLasciarsi andare all'isteria del momento, allo sconforto del qui ed ora, alla tragedia del tempo o cercare mediazioni e spiegazioni, aprire tavoli e dibattiti, creare alleanze e relazioni? E' una favola per adulti, una parabola ricca di insegnamenti, che ci riporta al processo contro Ceausescu come a quello di Gheddafi o che può avere attinenze e verosimiglianze con Trump. La grande domanda di fondo è se la democrazia ha fallito la sua missione e se ha creato un'umanità senza speranza: “Il tribunale non è un tipo di teatro?” si chiedono. I personaggi poco alla volta spariscono dall'agorà lasciando al duello finale tutto il suo carico evocativo tra Asimov e Fahrenheit 451, oscillando tra gli spari e la melodia di una musica, lo spavento e la bellezza, la voglia di Comunità e il desiderio di Vendetta. Non resta che riaprire i teatri, non resta che dare nuovi spazi alle compagnie sestesi, non resta che vedere in scena le parole di Bruni attraverso la bocca di Masella. Manca poco e manca tanto insieme.

Tommaso Chimenti 05/03/2021