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Al Teatro dell’Orologio in scena le donne e il loro “Corpo giusto”

Il corpo di una donna può essere morbido, avvolgente, burroso oppure spigoloso, ossuto, androgino; può essere tirato a nuovo da silicone e punture di botox oppure segnato dai segni del tempo e dagli inestetismi della cellulite, e proprio così, in tutte le sue forme, diviene il protagonista della pièce di Eve Ensler, Il corpo giusto”, con la regia di Marcello Cotugno.
Ogni donna da sempre è costretta a confrontarsi con il suo involucro più esterno attraverso il quale si presenta agli altri, al mondo, e con il quale spesso è in lotta perenne. Ci vediamo troppo grasse, troppo basse, troppo, magre, troppo alte, 01corpocostantemente imperfette e lontane dai quei canoni di bellezza che la società ci impone. Proprio questo è il fil rouge che lega le vicende dello spettacolo. Senza nessuna quarta parete, in un dialogo diretto con il pubblico, quasi come si trattasse a volte di un’intervista, tre attrici presentano differenti condizioni femminili, differenti esperienze e sfumature, accomunate dall’inadeguatezza e dall’insoddisfazione per la propria immagine: dall’accento siciliano della formosa Rosa, relegata in una S.p.A e sottoposta ad una rigida dieta, a quello dell’est di Elena che ha corretto i suoi difetti con la chirurgia estetica facendo del suo corpo un’azienda, alla portoricana in sovrappeso Carmen, in lotta con la figura della madre, alla quarantenne insoddisfatta che ambisce ad una nuova verginità, fino a Lea, saggia donna africana, che aiuta le altre ad accettarsi per come sono. Sono voci di donne alla ricerca della perfezione e del consenso sociale, che vanno a costruire una pièce che risuona come una preghiera per abbattere i meccanismi che ci imprigionano ed essere di nuovo libere.
Muovendosi su una scena quasi vuota con il pavimento a cassettoni, alcuni dei quali a specchio sui quali poter riflettere la propria immagine, le tre pian piano si svestono sempre più, mostrando senza alcun pudore i loro difetti e con essi i loro tormenti più intimi e nascosti, fino a mettersi completamente a nudo. Ne emergono i dissidi con i propri genitori, i rapporti conflittuali con la propria madre e il proprio padre, con il sesso e con l’altro sesso, e soprattutto con il cibo che assume le sembianze di un vero e proprio nemico da allontanare. Donne che 02corpolottano con le loro pance, punto di incontro con le loro madri, anoressiche di sentimenti e bulimiche di fitness, che ingurgitano paranoie, frustrazioni, e vomitano malumori alla continua estenuante ricerca di un qualcosa che non esiste, o che potrebbe fargli solo del male.
Marcello Cotugno dirige con maestria e sensibilità un testo fortemente attuale in un contesto sociale come quello odierno in cui la donna viene spesso considerata un mero oggetto di piacere ed è eternamente sottoposta al giudizio, alle critiche, alla violenza psicologica, fisica e verbale di chi le ritiene diverse dai modelli canonici di perfezione. Il tutto attraverso un’ironia pungente, talvolta grottesca che permette un’acuta e profonda riflessione grazie al talento poliedrico delle tre interpreti (Elisabetta De Vito, Federica Carruba Toscano, Rachele Minelli), in grado di muoversi, cantare, ballare, intonare tutte le molteplici sfaccettature della psiche femminile.
“Il corpo giusto” è uno spettacolo originale e interessante, di donne, sulle donne e per le donne, ma non solo: è rivolto anche agli uomini, per spronarli a capirle e rispettarle di più. Un potente appello a guardare fuori, a imparare ad amare quel corpo che è la nostra casa e ad accettarlo come il nostro corpo giusto.

Maresa Palmacci 30/10/2016

Foto: Manuela Giusto

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