Dopo l’esplosione di una bomba, Louise si risveglia nel rifugio antiatomico del suo amico Mark. Nella paura per la sorte del mondo all’esterno e dei loro cari, i due iniziano ad approfondire il loro rapporto, fino a prima assolutamente superficiale, data la diversità dei loro caratteri: Louise è estroversa e solare, mentre Mark è estremamente timido, sempre escluso e deriso da tutti.
I due sono costretti a convivere nel bunker per due settimane, con riserve di cibo che scarseggiano e una lucidità mentale sempre più precaria.
Il ritmo è incalzante in questa black comedy che mette in discussione la resistenza fisica e psichica di due personaggi agli antipodi, che lottano per restare integri in un ambiente sempre più asfissiante.
L’atmosfera inizia a caricarsi di una tensione crescente, aumenta la fame, la disperazione, finché i due non si accaniscono l’uno contro l’altra, in un’escalation di violenza che trattiene lo spettatore in un clima di claustrofobia angosciante.
E lentamente si delinea una verità finora nascosta che conduce all’imprevisto e scioccante finale.
"C'è un unico modo per farsi distruggere, permettere agli altri di trasformarti in qualcosa di diverso da quello che sei."
È sconvolgente vedere come, in un contesto talmente disperato, due persone apparentemente ordinarie possano lasciare esplodere il loro lato peggiore, folle e animale, perdendo completamente il controllo delle proprie azioni.
Il regista, Luca Ligato, dimostra una conoscenza approfondita del testo: i dialoghi sono serrati e nessun movimento è lasciato al caso. È evidente come ogni passaggio sia stato analizzato e sezionato nel lavoro con gli attori, Alessandro Lussiana e Valeria Perdonò. I due attori offrono un’interpretazione energica, una costante evoluzione nel lavoro sul corpo, sulla voce e sulla psicologia del personaggio, che si traduce in vere lacrime, in reale emozione.
(Chiara Bencivenga)