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Al Teatro Carcano week-end con l’insolita coppia Anna Galiena e Enzo Decaro in “Diamoci del tu”

Anna Galiena ed Enzo Decaro sono i protagonisti della raffinata commedia a due voci “Diamoci del Tu” di Norm Foster, in scena al Teatro Carcano di Milano fino al 13 novembre. Come si può convivere per 28 anni e non conoscere il nome di battesimo della propria domestica? Questo è ciò che succede al protagonista maschile, David, di questa pièce intimista che si consuma tutta in una sera all’interno di un appartamento in cui la domestica Lucy, di origini norvegesi, lavora per uno scrittore in crisi d’ispirazione. Da tre anni infatti David non scrive un romanzo. Il genere dello spionaggio pare non sia più una fonte a cui attingere per la materia delle sue storie. Così una sera, seduto a leggere nella penombra del suo living, David, forse perché alla ricerca di una nuova storia da raccontare, decide di bloccare sull’uscio di casa, Lucy, alla fine del suo turno lavorativo, proponendole di trascorrere con lui una serata per conoscersi un po’. Il pretesto di scambiare due chiacchiere diventa così il veicolo di tutta la piece, quello cioè di una seduta d’analisi a due. L’incipit della conversazione è un po’ duro. Lui costringe la donna a fermarsi perché la definisce una persona sola e pertanto non ha la necessità di correre a casa perché le sue pareti “trasudano di solitudine”. Lui comodamente seduto, lei in piedi col suo cappotto rosso. Tra loro una distanza glaciale, che dalle battute iniziali sembra insormontabile, ma nel corso della serata, tra uno Scotch ed 000diamociun buon vinello, si accorcia, e tra i due nasce finalmente un dialogo, un’amicizia e forse qualcosa altro.
I due convivono da anni sotto lo stesso tetto senza dividere affetti e intimità. Difatti quella che rappresenta il drammaturgo canadese, è una coppia insolita: quella di un datore di lavoro e della sua domestica. Lui, preso com’è da se stesso, non si mostra nemmeno un po’ sorpreso dal non ricordare il nome di Lucy, mentre è quasi scandalizzato dall’apprendere che la donna possa aver letto tutti i suoi romanzi e mostrare proprietà di linguaggio. Improvvisamente scatta qualcosa nell’uomo che si mostra interessato alla vita di lei, come se volesse recuperare il tempo perduto o avesse semplicemente tempo da perdere. Il personaggio di Lucy invece, ci sorprende per la sua ironia e l’essere talvolta irriverente per non subire i soprusi verbali di David. La relazione tra i due risulta dunque atipica. Così, dopo decenni di “buongiorno” e “buonasera”, di commissioni e disposizioni abituali, lo spettatore assiste, piacevolmente divertito, ad un dialogo continuo che suscita risate e desiderio di conoscere il finale della storia. I protagonisti parlano, si sfottono vicendevolmente, si scambiano domande personali, ma in realtà sta succedendo altro. Così il non detto diventa interessante, perché di pensieri e sentimenti non espressi ce ne sono tanti. Così in un contesto di ricchezza elegante, ma fredda e formale, i protagonisti si ritrovano in una casa di prestigio ma senza anima, il cui calore emana solo attraverso gli sguardi impercettibili tra i due, e quei bisogni non dichiarati.
La Galiena con Decaro sono abilissimi a interpretare i due protagonisti con naturalezza e semplicità, regalandoci due personaggi simpatici ed intelligenti, i cui caratteri, dall’opposizione iniziale, si avviano a vivere a stretto contatto. I due si accorgeranno di non poter fare a meno l’uno dell’altro. Lei si scoprirà da sempre innamorata di lui. Lui, venuto a conoscenza di una malattia, ha paura di rimanere solo e di non avere nessuno, quando arriverà il suo momento, a cui sussurrare all’orecchio, l’ultimo addio. Ecco che le confidenze più difficili da tirare fuori, risultano di una tenerezza sconfinata, mai banale, in cui l’ascolto dell’altro diventa un punto d’arrivo e queste emozioni il pubblico è in grado di sentirle ed apprezzarle. La commedia, per l’atmosfera che ricrea, per il ritmo ed il tono delle battute, potrebbe essere accostata al teatro di Neil Simon, costruito sullo humour e su uno sguardo profondo sulle ostilità che la vita talvolta ci riserva. Emanuela Giordano dirige, seppur in chiave leggera, con tatto e sensibilità, due attori di grande esperienza e capacità interpretativa, divisi tra teatro e tv, regalandoci la storia di una curiosa convivenza dove protagonista è la solitudine dell’individuo.

Adele Labbate 07/11/2016

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