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Teatro

Il cappio è tuo fratello: “La variante E.K.” al Teatro dell'Orologio
“Il surrealismo si fonda sull'idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme di associazione finora trascurate, sull'onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero” (dal Manifesto del Surrealismo) La morte ti fa ridere. No, non è il sequel del famoso film di Robert Zemeckis, ma la sintesi – spiccia, segue analisi – del primo episodio della trilogia “Niente di nuovo sotto il suolo”, “La variante E.K.”, che vede Luca Ruocco e Ivan Talarico in scena al Teatro dell’Orologio dal 12 al 17 gennaio.Ironia nera, calembour, sfida onirica intrisa di esercizi di stile alla Ou.Li.Po e variazioni sceniche…
Michele Sinisi non ha paura di tradire Eduardo: il suo “Miseria e nobiltà” sorprende, diverte, emoziona
“Ho sempre pensato che il Teatro fosse l’arte più moderna che esiste: l’evento artistico si verifica davanti ai nostri occhi come un miracolo. È un’arte tridimensionale e oggi, massacrati dalla virtualità delle immagini del piccolo schermo, dà emozioni nuove e inedite rispetto al passato.” (Vincenzo Cerami) Viviamo in un’epoca in cui gli schermi sono diventati ancora più piccoli e il massacro ancora più spudorato, in cui la crisi spinge, da quasi un decennio, un meccanismo di impoverimento materiale ed emozionale ormai fagocitante, e la precarietà porta a cercare soluzioni alternative spesso parafrasate in roboanti parolone anglofone o discipline orientali, perché,…
"Prego" di Giovanna Mori: una poesia in divenire
Il Teatro Argot Studio è stato dal 7 al 10 gennaio casa della residenza creativa di Giovanna Mori, autrice e interprete cosmopolita di romantica sottigliezza. Si è trattato di un progetto di studio intorno a “Prego” spettacolo vincitore del Premio Federgrat | Teatri del Sacro che la Mori ha replicato come una prova aperta sperimentando la reazione del pubblico alla struttura drammaturgica in divenire che lo caratterizza. “Prego” è infatti un work in progress che inizia dall’incontro tra una donna e una gallina e che si arricchisce continuamente di stimoli nuovi dall’attimo stesso in cui va in scena. È un…
Il trittico sul secolo breve: Longhi e le sue “istruzioni” senza pace
MODENA – Ha il sapore dell'epopea alla “C'era una volta in America”, il retrogusto della saga alla maniera della “Lehman's”, il sentore di leggenda come in un Mahabharata occidentale. L'intento (a tratti brechtiano) è stato quello di costruire con “Istruzioni per non morire in pace” una maratona gonfia e potente, corposa e altisonante, con il coinvolgimento (Ert e Teatro della Toscana) di decine di maestranze ed enti e associazioni, centinaia di cittadini in un progetto-percorso con la sua buona dose di validità didattica e di senso di comunità più che spettacolare. Quasi tre ore a comparto, però, sono decisamente troppe,…
Circumnavigando: Genova capitale del circo contemporaneo tra sogno ed evoluzioni
“Ci sono molte teorie sul teatro. Dovrebbe educare la gente o ispirarla, rispecchiare la vita o cambiarla. Beh, io gli concedo tutto ciò, purché faccia anche spettacolo. Perché a mio parere lo scopo del teatro, dal dramma greco al circo, è di interessare.” (David Niven) “Non potrei vivere senza circo! È un gran zibaldone in cui invecchi senza accorgertene.” (Moira Orfei) La Genova di fine anno sa di mare e divenire, colorata, scontrosa, vivace, cruda. Dalle geometrie verticali, i vicoli stretti e scuri, gli sguardi che si perdono all’insù tra scritte e disegni sui muri, si scivola verso l’orizzonte più…
I Lenz fanno Orlando in mille pezzi
PARMA – Orlando frammentato, dissolto, segmentato, fatto a pezzi, disciolto nell'acido, dissociato. Tutt'altro che furioso. Direi, pacificato, lento, colmo, quasi rassegnato dopo tanta pugna e battaglia, dopo i corpo a corpo con il Fato ed il senno. Respira, piuttosto ansima tra le pieghe di questo ex ospedale che ne porta ancora i segni dolorosi, i graffi freddi, le pareti bianche da far male, da stridere sotto i denti, da urlare a passarci le unghie rotte. Il tomo dell'Ariosto diviso in otto parti dai parmensi Lenz, quattro andate in scena tra il Museo Guatelli, dalle migliaia di oggetti raccolti di vita…
Le ossessioni di Pinter diventano materia viva con gli attori di Nanni Garella
BOLOGNA - Qualcuno li chiama “attori sensibili”. Forse definirli soltanto attori potrebbe essere la scelta giusta. Non per cercare una normalizzazione, etichetta che non esiste nella realtà, ma per esaltare quelle differenze che in teatro, meglio che in altri contesti e contenuti, diventano ricchezze, esperienze, possibilità, al di là di qualsiasi buonismo di facciata, solidarietà di maniera.Da una parte Nanni Garella a Bologna, dall'altra i Lenz Rifrazione a Parma. L'Emilia che funziona. Lavori che toccano il sociale, ma opere che travalicano quella valenza per entrare in quella puramente artistica. E' per questo che definire queste compagnie e questi attori non…

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