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“Piaf et Marlène”: un tuffo nel teatrodanza tra musica e cinema

Il Teatro dei Limoni di Foggia accoglie il teatrodanza inserendolo nella sua stagione teatrale. Lo scorso 11 marzo lo spettacolo “Piaf et Marlène” ha trasportato il pubblico del capoluogo dauno in un’atmosfera retrò tipica della belle epoque e dal gusto tutto nordeuropeo. Protagonista della performance è stata la compagnia leccese Koreoproject, diretta da Giorgia Maddamma, danzatrice, coreografa e docente di danza contemporanea. Foggiana di nascita e laureata alla Folkwang Hochschule diretta da Pina Bausch, Maddamma è un’artista di calibro internazionale che, tuttavia, non dimentica mai le sue origini e da anni s’impegna nella formazione dei giovani danzatori e nella diffusione e promozione di spettacoli di danza sul territorio pugliese. Con lei in scena anche Sara Bizzoca, danzatrice e coreografa barlettana, laureata anche lei alla Folkwang Hochschule.
Le due artiste, coreografe e interpreti al tempo stesso, costruiscono una performance articolata in due quadri, ciascuno dedicato rispettivamente all’attrice tedesca Marlène Dietrich e alla cantante francese Édith Piaf. Queste due indimenticabili icone della prima metà del Novecento vengono omaggiate da due assoli che ne riproducono il fascino e la bellezza attraverso la semplicità di gesti costruiti sulla base di una precisa estetica quotidiana del movimento. Su tali gesti scorrono, sovrapponendosi ad essi, foto e filmati che ritraggono le due celebri donne nelle loro indimenticabili interpretazioni.
Molto teatrale è l’assolo di Sara Bizzoca dedicato a Marlène Dietrich da cui emerge tutto il fascino androgino dell’attrice e cantante tedesca, quella maliziosa innocenza che la consacrò a vero e proprio archetipo di femme fatale. La danzatrice, come una moderna cenerentola, gioca con un piumino spolverando qua e là in una cameretta che diventa un teatro immaginario, un palcoscenico idealizzato su cui la giovane sogna di esibirsi come una soubrette di successo in bilico tra realtà e inconscio. Abiti semplici, grande espressività del volto, sorrisi e sguardi sono elementi determinanti per ricostruire il personaggio, così come la presenza di oggetti scenici (come non ricordare le sedie tanto amate da Pina Bausch) che fanno da ausilio ai movimenti.g2
Alle spalle del pubblico appare poi l’indimenticabile Passerotto di Parigi, quell’Édith Piaf originariamente creata dal coreografo Lucas Hoving nel 1986 per l’interprete americana Alice Condodina, (che l’ha trasmessa alla stessa Giorgia Maddamma), affinché quest’omaggio coreografico alla grande artista possa continuare a vivere. “Bonsoir” è il saluto che Giorgia Maddamma, alias Édith Piaf, rivolge agli spettatori mentre con incedere da vera diva, fasciata in un elegante abito nero, raggiunge il palcoscenico. Anche qui protagonisti della coreografia sono una sedia e tavolino dove la donna si siede per sorseggiare un calice di vino. Il suo corpo ne assapora con gusto l’essenza, distendendosi sulla sedia e rovesciando il capo all’indietro. Le note di Je ne regrette rien accompagnano le sue braccia eleganti, a tratti nervose, e la reiterazione di movimenti dall’intensità crescente.
È una serata in cui si respira l’aria della Parigi degli Anni Cinquanta e della Germania degli anni Trenta, un breve sogno che insegna come un oggetto può danzare e indaga tutte le potenzialità d’espressione corporea spogliandole di rigidi tecnicismi e rivestendole al contrario di purezza e verità.

Roberta Leo
16/03/2018

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