La danza, tra le arti, è un po’ come le quote rosa: bisogna affermarla ufficialmente, perché il volgo fatica a vedere che in realtà brillerebbe di luce propria. Ecco perché l’UNESCO ha avuto bisogno di crearle una “giornata mondiale”. Naturalmente, il grande evento è anche la “presenza” dopo lo streaming imposto dalla pandemia. Per questo 29 aprile, Torino ha messo in campo una rassegna con protagonista la danza contemporanea, in particolare la sua declinazione nella comunità, vista come insieme di luoghi caratteristici della città e persone (anche non nel senso di danzatori professionisti). Vessillo del programma è “Swans never die”, un re-enactment della famosa “morte del cigno” che si pone come una vera e propria “danza di comunità”: in uno spazio pubblico simbolo di Torino, la Fontana dei 12 Mesi, 13 persone danzanti (amatori e professionisti) creano relazioni sul tema, in un intreccio tra corpi, animi e natura.
A curare l’opera è Ornella Balestra, che non a caso ha già danzato in una drammaturgia sulla morte del cigno di matrice del “Tanztheatre” di Pina Bausch, pioniera nell’aver puntato sulle persone comuni come prospettiva d’espressione nella danza.
Il cartellone dipana, poi, altri eventi all’insegna del binomio danza e contemporaneità: “Coorpi- la danza in 1 minuto”, contest di danza e video sul tema “Potere”; “Piume”, workshop di danzatori selezionati e scuole di danza che, nell’ambito di “Swans never die”, collaborano con le principali compagnie della città attorno alle visioni della morte del cigno; “Estratto da Play_Bach”, di Manfredi Perego, ispirato al gioco nell’interazione coreografica sulla musica di Bach; “Magnificat” sulla figura di Maria; “Spin off/Pastorale” della compagnia Daniele Ninarello, sulla percezione dell’altro e “Scritto sul mio corpo” della compagnia Egribiancodanza.
Elena Palazzi 28/04/2022