Si abbassano le luci allo Spazio Diamante. Un faro da sinistra illumina una sagoma imponente, cammina dandoci la schiena. Spalle larghe, braccia forti, testa rasata, un canto di guerra riempie la sala. Si volta lentamente svelando un’espressione contrita, sì, ma fiera: è una ragazza. Ispirato al mito delle amazzoni, “Equal to men” è la prima delle due coreografie - firmate da Roberta Ferrara - che compongono “SIMPLE LOVE: Odi sull’essere umano”, vincitore del premio InDivenire 2018 e inscenato il 15 febbraio allo Spazio Diamante di Roma.
Ha uno sguardo inquieto, addolorato, ma allo stesso tempo tenace, l’amazzone in scena: ogni movimento è risoluto, vigoroso, svela un testa a testa con una forza esterna che cerca di dominarla, e dalla quale si rifiuta di essere dominata. Fredde luci trasversali tagliano il palco, gettando il pubblico in un’atmosfera sospesa, bianco e nera. L’impetuosità della coreografia, fatta di nervosismi, attacchi e controffensive, piccoli gesti contrapposti ad ampi movimenti, si rivela un’ode alla femminilità per molti versi affine a quella che Anne Teresa De Keersmaeker propose in "Rosas". Musica (“Floki appears to kill Athelstan”, composta da Trevor Morris per la serie Vikings) e luci sono componenti indispensabili del tessuto coreografico, fatto di nervature sottili, trasmesse con forza dalla performance di Tonia Laterza, energica, nerboruta, potente.
Fondata nel 2011 da un’idea e dalla direzione di Roberta Ferrara, la compagnia pugliese Equilibrio Dinamico propone un repertorio eclettico e trasversale sempre attento alla sperimentazione; "SIMPLE LOVE", che da giugno sarà in America per il Seattle International Dance Festival e l’Experimental Film Virginia, si compone di quattro coreografie di tre autori differenti, la cui attenzione per la gestualità rituale, per il corpo che si fa pesante (le cadute repentine) e poi leggero (il roteare come costante dinamica) fa di "SIMPLE LOVE" un progetto corale, che attribuisce lo stesso protagonismo alla fisicità degli interpreti, alla loro presenza intensa, quasi rude.
“La vita è una contraddizione. Voi ci credete nella contraddizione? Io sì, da quando ho capito che per stare meglio è opportuno sopprimere ciò che ci fa stare bene davvero”: si dipana oltre il fumo e le luci trasversali “Walking and Talking” di Jiří Pokorný, un discorso interiore che si manifesta attraverso il disegno coreografico di Serena Angelini, Silvia Sisto, Nicola De Pascale, Beatrice Netti e Tonia Laterza, nella tensione che manifestano nell’avvicinarsi e nello scansarsi, nello scontrare i corpi per poi raccogliersi interiormente, come in una simil-sessione di meditazione. E l’impressione è quella di camminare sul confine fumoso tra il sonno e la veglia, e che ci accompagna per mano nelle atmosfere rarefatte di “Nunc”, di Gaetano Montecasino, ispirato al testo di Eckhart Tolle “Il potere di adesso”.
La performance si chiude con la coreografia che dà il nome al progetto, “SIMPLE LOVE”; piegata dal peso della sua fragilità, la ragazza, gobba, trova un nuovo equilibrio appoggiandosi al compagno, che la afferra, la percuote, la sostiene. “Room 29” di Jarvis Cocker e Chilly Gonzales è un tappeto sonoro su cui Nicola De Pascale e Tonia Laterza costruiscono un’alchimia fiabesca di equilibri precari, fatti di percosse e compromessi, di una lotta imbastita con sé e con gli altri per appropriarsi di una pace interiore irrinunciabile, quella pace che raddrizza la schiena della ragazza che, entrata gobba, tornata gobba per un breve istante, ha finalmente imparato a stare in piedi da sé.
Cucci Federica 18/02/2019