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Serata Bigonzetti. L’omaggio all’umanità di un coreografo tutto italiano

Umano! È questo il termine che preferisco per descrivere il mio lavoro”. Mauro Bigonzetti, uno dei maggiori esponenti della coreografia italiana e ospite delle principali compagnie di danza sulla scena internazionale, così definisce non solo le sue creazioni ma anche se stesso. Il 18 e il 19 febbraio, il teatro Brancaccio ha ospitato un galà a lui interamente dedicato. Due serate all’insegna della vera danza contemporanea italiana che hanno fatto ritrovare al pubblico romano (accorso numeroso e giovanissimo) una qualità spesso dimenticata.
Lo spettacolo, diretto da Mario Marozzi, étoile del Teatro dell’Opera di Roma, lontano dai fini puramente estetici degli altri galà, ha voluto selezionare le eccellenze dei teatri e delle compagnie più quotati al mondo per omaggiare lo stile di un coreografo italiano e contribuire alla diffusione dei suoi lavori più rappresentativi. Evidentissima è stata, infatti, la matrice coreografica di Aterballetto, unica compagnia italiana stabile (al di fuori degli enti lirici) di balletto e danza contemporanea, di cui Bigonzetti è stato storico interprete e coreografo, nonché direttore per ben un decennio.Bigonzetti2
La serata si apre con un girotondo di tutti gli artisti, vestiti semplicemente con tessuti leggeri, tunichette trasparenti e body colorati. Si muovono lenti sulla particolarissima voce dell’italiano Vincenzo Capezzuto, che danzerà e canterà l’assolo “Vivaldi Project” in cui il canto e la danza fanno l’amore in un’atmosfera barocca. Valerio Longo, veterano di Aterballetto, danza “Incanto”. È questo un momento di fortissima espressività, sottolineata dagli sguardi magnetici dell’interprete. Italiano fino al midollo è anche il suo assolo “Il mio pensiero” sulle note di Ligabue, tratto dallo spettacolo “Certe Notti”. Con Longo lo stile del Maestro Bigonzetti è più evidente che mai nelle ripetute spirali delle braccia, nella potenza dei salti e nell’incontro tra fluidità e forza dei movimenti. Colpisce la straordinaria mimica di Adrien Boissonnet in “Ferma Zitella” di “Cantata”. È questa una delle opere più care a Bigonzetti, creata su musiche popolari del sud Italia che ricordano certe nenie di paese. In essa vi è la più tangibile rappresentazione del rapporto amoroso tra uomo e donna e delle sue evoluzioni. È una danza dal sapore mediterraneo, fatta di gesti e istinti selvaggi che, grazie all’interpretazione di Filipa De Castro e Carlos Pinillos (Companhia Nacional de Bailado) nel passo a due “Serenata”, diventa più viva che mai.
Bigonzetti3Il contatto fisico, che avvenga con la forza di una presa o con il tocco leggero di una mano, diventa qui essenziale. La coppia portoghese interviene ancora con “Passo continuo”, un secondo duetto amoroso che si prolunga in forti tecnicismi, alternando i momenti di solo femminili a quelli maschili, per poi ricongiungerli in un incalzante crescendo. I loro corpi si aggrovigliano e si respingono visceralmente, seguendo la musica seducente di una fisarmonica. A intervallare la forza terrena di queste creazioni ci sono, poi, due splendidi pas de deux nei quali si riscopre la bellezza della tecnica classica e l’uso delle punte.
Per Bigonzetti è un ritorno alle origini e alla sua formazione iniziale. Si tratta di “Kazimir’s colours”, eseguito con notevole tecnica e raffinatezza da Friedmann Vogel e Alicia Amatriain (Stuttgart Ballet), in cui le punte diventano ancora più affascinanti perché sostengono una tecnica che esce fuori dalle rigidità e dagli schemi accademici, ma ne mantiene l’eleganza e l’imprescindibilità. Sulla stessa linea classica si colloca anche il secondo pas de deuxCaravaggio”, interpretato da Elisa Carrillo Cabrera e Michael Banzhaf (Staatsballett Berlin). La bellezza della perfezione si lascia macchiare dai chiaroscuri del light designer Carlo Cerri che, soprattutto qui, dipinge con pennellate di luce le magnifiche linee degli interpreti. Scivolando l’uno nelle braccia dell’altro senza aver paura di sporcarsi, essi stessi diventano il quadro, l’opera d’arte di un artista idealizzato.
Si torna a piedi nudi con Linda Celeste sims e Glenn allen sims, dell’Alvin Ailey American Dance Theatre. In “Festa Barocca”, appositamente creato dal coreografo per la celebre compagnia statunitense, lo stile di Bigonzetti incontra la modern dance americana e la blackdance. I loro duetti atletici e divertenti culminano in movenze tribali alle quali si uniscono tutti gli artisti nel quadro finale. Così Bigonzetti porta la danza italiana nel mondo. Grazie alla sua formazione poliedrica, mette insieme la scarpetta da punta e il piede nudo, accosta corpi massicci e filiformi, mescola emotività fisica e forza tecnica. Il suo lavoro si costruisce tutto sul rapporto con i danzatori e sulle loro personalità. Dietro il coreografo emerge chiaramente l’uomo, fatto di carne e di sangue, con un cuore che pulsa attraverso i corpi dei suoi danzatori.

Roberta Leo 20/02/2017

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