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Lo Schiaccianoci di Cannito è la bellezza della tradizione in un mondo moderno

Dopo Cenerentola la compagnia Roma City Ballet si cimenta ne Lo Schiaccianoci, la fiaba natalizia per eccellenza del balletto classico, in scena a Roma all’Auditorium della Conciliazione dal 20 al 26 dicembre. Già da tempo la compagnia del coreografo Luciano Cannito si pone non solo come punto di riferimento per mantenere la tradizione dei più celebri titoli del repertorio e incentivare la produzione italiana del teatro di danza ma anche come una delle pochissime realtà lavorative stabili del panorama coreutico nazionale.

Giovani e preparati, i danzatori della compagnia provengono da diverse formazioni e contesti professionali e forse è proprio la loro eterogeneità a rendere questi balletti straordinariamente moderni. Complice di questa modernità è sicuramente anche la capacità del coreografo di saper andare incontro ai gusti più attuali del pubblico pur mantenendo intatto lo schema di questi balletti. Nel rimontare la coreografia egli da una lettura meno psicologica, più fiabesca, comprendendo che il pubblico necessita a volte di una certa semplicità ma anche della bellezza. Il suo Schiaccianoci rifugge gli aspetti più cupi del sogno-incubo di Clara come pure le proiezioni dell’inconscio infantile della piccola protagonista, presenti in altre (sia pur apprezzabilissime) riprese coreografiche. E lo fa per evidenziare la bellezza della purezza, i desideri e i sogni ad occhi aperti dei bambini, una meravigliosa dimensione onirica fine a se stessa che non lascia spazio a troppe chiavi interpretative. Degno di nota in tal senso è il Drosselmeyer di Riccardo Di Cosmo che, con la sua funzione di perno principale e motore della storia, diventa sicuramente la novità di questo nuovo lavoro di Cannito. cannito 02“L’unico segno che vorrei sottolineare” – dichiara il coreografo - “è la lettura più onirica che ho preferito dare a questa mia edizione. La figura di Drosselmeyer infatti, di solito alquanto nebulosa e in qualche modo inquietante, è qui rappresentata come una sorta di fatina buona al maschile. Tutta la storia del balletto si muoverà intorno a un atto di generosità e purezza infantile che la piccola Clara avrà nei confronti di un vecchio mendicante ignorato da tutti, al quale vorrà donare un piccolo regalino di Natale. Per sdebitarsi, il mendicante, che in realtà è l’elegantissimo e magico Drosselmeyer, dona a Clara una notte in cui poter vivere come reali i propri sogni”.
Si semplificano, dunque, i contenuti narrativi, pur lasciando intatta la struttura del balletto, in favore di una chiave di lettura più fanciullesca e soprattutto per farne beneficiare la danza, le linee, l’estetica dei disegni coreografici. Per il resto permangono il valzer dei fiocchi di neve e il valzer dei fiori con loro intrecci, il carattere delle danze tipiche dei paesi del mondo, la gioiosa marcia dei bambini e le danze degli adulti nella festa di Natale, giocattoli marionette e matrioske. Tutto è un grande esempio di tecnica e raffinatezza, soprattutto il pas de deux finale eseguito impeccabilmente delle guests Ksenia Ovsyanick e Dinu Tamazlacaru (cui si alterna la coppia formata da Tatiana Melendes e Vincenzo di Primo).

Lo Schiaccianoci della Roma City Ballet Company racchiude, quindi, tutto quell’estro coreografico che volge lo sguardo alla danza classica in modo attuale, moderno, presente, che riesce a rimaneggiare coreografie storiche senza perderne di vista lo stile originario, senza stravolgerne o mutarne l’essenza.
Lo Schiaccianoci di Cannito danza qualcosa di antico ma in modo totalmente nuovo, in piena linea neoclassica. È il piacere del pubblico di trascorrere il Natale a teatro con una danza di alta qualità che nasce da studio, conoscenza e buon gusto.

Roberta Leo
23/12/2019

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