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La Apple ferma i video ai concerti

E venne il giorno in cui anche fare video ai concerti dei proprio idoli non poté più essere tollerato. Forse è stato l’effetto dell’ultimo concerto di Adele? La cantante britannica è stata infatti immortalata, mentre cantava presso l’Arena di Verona, in un video che ormai è diventato virale in tutta la rete; dopo essersi accorta di una fan che era intenta a filmare il concerto con il suo iPhone, Adele ha concluso il pezzo e poi l’ha redarguita. “Per favore smettila di filmarmi con la telecamera, io sono qui, nella vita reale. Questo non è un DVD è uno show dal vivo, goditelo visto che là fuori ci sono tante persone che non sono potute entrare!”
È di questi ultimi tempi la notizia che, in un futuro forse non troppo lontano, registrare video ai concerti potrebbe essere non solo espressamente vietato, ma anche impossibile. È nato un nuovo brevetto, targato Apple, con cui ci si prepara a rendere reale la possibilità di bloccare la ripresa di video in alcune occasioni ben definite. Al momento siamo ancora nel campo delle eventualità, dal momento che nessuno ne ha ancora fatto richiesta ma, sebbene il progetto non sia stato ancora tradotto in un’effettiva opportunità di iOS, sui media già monta la polemica tra chi ci vede una limitazione alla libertà personale e chi invece vorrebbe garantire il diritto alla star a preservare quella che ormai sembra diventata l’unica recording2fonte certa di guadagno.
Con l’avvento dei device da taschino, gli eventi dal vivo si sono profondamente modificati. Solo qualche anno fa, ad esempio, ai concerti non si riuscivano a scorgere parecchie videocamere, se non dal personale effettivamente abilitato alla registrazione di filmati. Oggi, invece, chiunque può usare uno smartphone o iPhone per immortalare la performance di qualsiasi artista in qualsiasi situazione, arrivando (ed è questo probabilmente il motivo del contendere) a caricarne i video in tempo reale, con la possibilità di condividere il contenuto con chiunque vie web. I video oltre ad essere già pronti dopo l’esibizione, possono dare via a vere e proprie dirette non autorizzate, dal momento che ormai esistono un numero enorme di piattaforme di sharing, sfruttando le possibilità offerte dai social network (Facebook su tutti ovviamente con la sua nuova Facebook Live). Chi è favore dell’utilizzo di questa novità fa notare che si pone non solo un problema a livello di licenze e del copyright, ma si reca disturbo anche agli altri spettatori, costretti a sorbirsi una schiera fitta di microschermi recording1luminosi che possono rendere tutto meno magico e coinvolgente. Ora però sembra che le preghiere di chi vuole tornare ai bei tempi in cui solo pochi potevano usufruire del privilegio di immortalare dal vivo siano state esaudite.
Sebbene risalga al 2011, il brevetto è emerso online solo negli ultimi giorni. Secondo quanto descritto dal progetto Apple, si tratterebbe di un dispositivo montato sul palco del concerto in grado di emettere un segnale (sulla cui natura non si è ancora riusciti ad avere maggiori dettagli) in grado di informare il device dell’impossibilità di ripresa da parte dell’utente. Quest’ultimo, nel caso vi sia un tentativo di attivare la videocamera, riceverebbe un avviso a schermo che informerebbe dell’impossibilità di effettuare filmati fino al termine dello show.
Solo svantaggi quindi? Sembra di no. La stessa tecnologia non si presta solo all’inibizione di alcune applicazioni di iPhone e iPad, ma anche come risorsa in grado di arricchire un evento di informazioni aggiuntive. Inquadrando una statua in un museo, ad esempio, sarà possibile ricevere sullo schermo dettagli quali il nome, l’epoca storia, il ritrovamento e tutto quello che potrà essere di interesse.
Tuttavia le polemiche non accennano a volersi placare. I più fanno notare come la possibilità di creare dei contenuti video durante i concerti non sia nient’altro che un ricordo di quella che per molti è una serata unica nel suo genere e sottolineano il timore, neppur tanto velato, che la creazione della Apple sia solo l’ennesimo tentativo di rendere i concerti sempre meno coinvolgenti e liberi e sempre più schiavi di logiche commerciali e poco artistiche.

Giulio Zoppello 04/06/2016