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Internet: il 45% dei giovani italiani naviga almeno 6 ore al giorno

Prima fu la volta della televisione. Oggetto di demonizzazione, negli anni Sessanta fu stigmatizzata dagli intellettuali come potente ipnotizzatrice di masse – soprattutto giovanissime. Poi toccò ai cellulari, che agli albori degli anni Zero permettevano solo di scambiarsi SMS e chiamate ma già connettevano giovanissimi under 13 senza supervisione al mondo esterno.Vita social 2

Oggi tocca a Internet. Ogni nuova tecnologia porta con sé benefici e rischi, non solo per le sue potenzialità inesplorate ma per l’uso compulsivo e acritico che spesso ne fanno troppi consumatori impreparati – non solo adulti. E la compulsività è il dato che emerge con più rilevanza da una ricerca condotta da Skuola.net, Università La Sapienza di Roma e Università Cattolica di Milano per la Polizia di Stato. Svolta nell’ambito della quinta edizione di Una vita da social, campagna informativa per il corretto uso di Internet, l’indagine ha interessato un campione di 6.671 persone, comprese fra gli 11 e i 25 anni. 

Millennials e Generazione Z alla sbarra, dunque, che raccontano il loro modo di vivere la Rete – adesso sempre in tasca grazie all’onnipresenza degli smartphone. Emerge così un quadro di giovani iper-connessi che, come tutti gli adolescenti, sono alla ricerca di approvazione e un contesto sociale in cui inserirsi. Il 45% di loro trascorre in media – sia durante la settimana sia nei weekend – 5-6 ore al giorno navigando nel selvaggio web, con picchi più elevati fra i minori di 19 anni. In base all’indagine, si è stimato che l’utente medio controlli l’arrivo di notifiche e mail sul suo device fra le 10 e le 20 volte all’ora.

A questo bisogno di mantenersi sempre in contatto con il mondo esterno, corrisponde un’ansia altrettanto forte di venirne esclusi: 1 intervistato su 5 ha dichiarato di sentirsi a disagio, quando manca la connessione al wi-fi; 1 su 3, invece, parla di “panico” ogni volta che esaurisce i gigabyte previsti dal piano tariffario (e il 20% di loro spesso acquista gigabyte aggiuntivi prima di aspettare la successiva ricarica).

Vita social 3È quasi scontato che a questo bisogno di connessione si colleghi anche il modo in cui gli utenti più giovani utilizzano il web: solo l’11% ricorre all’uso di motori di ricerca e solo il 10% accede alla Rete per usufruire di app di gaming e intrattenimento. Ben il 42%, invece, usa Internet per lo scopo che fu alla base della sua creazione: lo scambio di comunicazioni. E lo fa attraverso i social. Se è vero che 6 intervistati su 10 postano almeno un selfie al giorno – assecondando un web sempre più strutturato per offrire all’utente una vetrina personale – non sono lontani dall’uso che l’italiano medio, anche più adulto, fa delle sue app.

Il 18 maggio scorso, infatti, la Commissione UE ha pubblicato i risultati delle sue indagini sul DESI (Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società) dei membri dell’Unione Europea. L’’Italia, oltre a essere risultata penultima su ventotto Stati per uso di Internet in generale, si è confermata anche uno dei Paesi in cui meno persone accedono a Internet per leggere quotidiani e informarsi. Colpa anche dei paywall introdotti da molti siti di informazione ma la fotografia scattata dall’indagine è quella di un Paese dove le persone usano il web principalmente per cercare video e musica, giocare, fare videochiamate e frequentare i social network.

A mancare è una più compiuta educazione digitale, insomma. Manca ai più giovani, che si approcciano intuitivamente alla realtà di Internet senza essere istruiti a padroneggiare il mezzo, invece di lasciarsene catturare. Manca anche ai più adulti, in un Paese ancora poco e male digitalizzato, dove osservare l’erba più verde del vicino risulta più stimolante che verificare fatti e dati in maniera compiuta.

Ilaria Vigorito 30/05/2018

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