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“Hidden Treasures of Creativity”: c’è un tratto che unisce Edvard Munch a Photoshop

L’Urlo è l’emblema, conosciuto a livello mondiale, della sofferenza e dello stato di incertezza dell’uomo tra XIX e XX secolo. Con le sue tinte violente e i contorni non marcati identifica lo stato di sconforto e disperazione in cui è gettata un’Europa instabile e frammentata: un capolavoro che mantiene intatta la sua carica espressiva a distanza di più di cento anni dalla sua realizzazione per mano del pittore Edvard Munch, esponente dell’espressionismo e modello a cui guardare ancora oggi. Al punto che le sue tecniche pittoriche sono protagoniste di un progetto innovativo lanciato da Adobe: Hidden Treasures of Creativity. Un’iniziativa altamente futuristica, questa, che intreccia la tecnologia a disposizione degli utenti Photoshop e Sketch Hidden2con l’arte del maestro norvegese e permette di utilizzare in digitale sette pennelli di Munch, fotografati a 360° e in altissima risoluzione. Il progetto è stato avviato grazie alla collaborazione tra il Museo Munch di Oslo e il produttore di pennelli Photoshop e celebre illustratore, Kyle T. Webster. Ogni dettaglio viene riprodotto da questo tool e il tratto cambia in base ai pennelli scelti, alla consistenza delle setole e alla loro flessibilità, rendendo possibile la realizzazione di un lavoro in cui tutto concorre alla tridimensionalità. Un modo per guardare alle spalle dei grandi capolavori del passato, valutando non solo l’opera finita, ma anche le raffinate tecniche alla base.
Negli ultimi tempi, musei del calibro del Met di New York o del Rijksmuseum di Amsterdam hanno reso disponibili online le proprie collezioni, permettendo a tutti gli appassionati di arte di ammirare le opere in qualsiasi momento e semplicemente dal proprio device. Simon Morris, Senior Director e Campaign Marketing di Adobe vede in Hidden Treasure of Creativity un ulteriore passo in avanti in questo modo molto smart di intendere l’arte, nonché una preziosa opportunità per focalizzare l’attenzione su dettagli altrimenti sconosciuti.
Ma, lo stato dell’arte, se si volta la medaglia, non può non rivelare una riflessione sulle estreme conseguenze dell’opera nell’era della sua (doppia) riproducibilità tecnica. Non solo i capolavori di Munch hanno subito la sorte di altri “illustri colleghi”, finendo stampati su cartoline, poster, mug, libri, shopping bag, magliette e cover per smartphone. Ma la fluidità di questo meccanismo è arrivata al punto che, con un progetto encomiabile come Hidden Treasures of Creativity, si rende possibile la produzione di contenuti del tutto originali con tecniche appartenute a uno dei più importanti esponenti della pittura mondiale. Una sorta di paradosso che metterebbe l’utente a digiuno di arte, ma abile con la tecnologia, nelle condizioni di emulare un capolavoro e assorbire skills che, nel caso dei veri artisti, sono frutto di anni di studio. Insomma, sarebbe quasi come se un software di scrittura permettesse di stilare la lista della spesa o inviare un comune messaggio Whatsapp con la grafia di Leopardi.

Letizia Dabramo
20/06/2017

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