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Youth Codes: la purezza del punk

Youth Codes rappresenta il punk genuino per eccellenza. E non perché bisogna parlar bene dell'ennesima mostra sul punk o perché sono esposte delle foto particolamente belle. La bellezza e la purezza di quest'attitudine si mostrano dagli scatti dei tre fotografi - la coppia londinese Knorr e Richon e il tedesco Weinand - che riescono a restituire le tracce di un passato che loro stessi hanno vissuto. Per esempio, partiamo dal presupposto che la musica esula totalmente dal contesto punk di cui stiamo parlando. Partiamo dal presupposto che i Sex Pistols non sono punk perché sennò lo sarebbero anche i Backstreet Boys senza niente di più né di meno. Se di questo volete sapere di più, pensate solo che i Sex Pistols sono stati messi insieme, un po' come delle marionette, da una certa figura di spicco di nome Malcom Mclaren, che ha sfruttato l'essenza caotica di questa attitudine per costruirci su un business. Ma non siamo qui a giudicare l'operato di nessuno. Parlando con gli artisti finalmente ho chiesto quello che volevo sapere di questa enorme sutura, passata alle generazioni dopo come un minestrone unico e inscindibile: "Il Punk non era la musica. A noi, a tutti in realtà, importava veramente poco della musica, il problema è sempre stato questo legame indotto dal sistema musicale che Malcom McLaren ha sfruttato enormemente bene" racconta Oliver Richon. In realtà al massimo a questi ragazzi piaceva vedere in tutto questo caos quello che poi in musica si è tradotto in distorsioni e chitarre spezzate. "E poi non era vera violenza la nostra. Guarda qui queste due ragazze nella foto: sì, hanno qualche piercing, ma non c'è veramente un'inflizione violenta sul corpo, è piuttosto trucco, quasi glamour, è una maschera, una parte.”. Era un modo di manifestare il totale disaccordo dall'armonia stucchevole che si era respirata fino a quel momento con il movimento hippie. "Se c'è una cosa più lontana e diversa, praticamente nemica dei figli dei fiori, è proprio il punk". Dagli scatti inglesi a quelli tedeschi ci sono profonde differenze nei punti di vista con cui vennero assorbiti questi "codici". Messi in pose ritrattistische i londinesi ostentano la presenza scandalosa della loro bellissima diversità. Quelli di una decina d'anni dopo, del tedesco Weinand, ci vogliono raccontare lo scatenato dinamismo del punk. Si percepisce il puro sfogo, nella sua opera emerge la bellezza di concedersi la libertà di agire d'istinto. Il grande formato fa percepire ancora più palpitanti e affascinanti le giovanissime figure immortalate.
Inaugurata il 18 marzo alla piccola Galleria Matèria in via Tiburtina 149, Youth Codes celebra i quarant'anni della nascita del punk nella mostra curata da Gianpaolo Arena e Niccolò Fano. All'interno della selezione delle opere in mostra sono in esposizione le stampe originali della serie "Punks" di Karen Knorr e Oliver Richon presentate all'epoca del 1978 alla Photographer's Gallery di Londra e riportate nella retrospettiva Another London del Tate Britain nel 2012. Le altre immagini appartendono alla serie "Colossal Youth" di Andreas Weinand. Le opere saranno in mostra fino al 28 aprile.

Emanuela Platania 30/03/2016