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«Il futuro dell’arte sta nel viso di una donna» affermava un giovane Amedeo Modigliani appena giunto a Parigi, semi sconosciuto e in polemica con un certo Pablo Picasso nel pieno del suo periodo cubista. È la stessa voce dell’artista che accoglie i visitatori della mostra Modigliani Opera, allestita nelle sale della Reggia di Caserta, dove sarà presente fino al 31 ottobre. Organizzata dalla Fondazione Amedeo Modigliani in collaborazione con ETT e Space, la mostra prevede un percorso articolato in 4 sale: una piccola arena con schermo a 360° in cui assistere ad un docu-film sui principali avvenimenti della vita di Modigliani, raccontati dall’artista e dai personaggi a lui più vicini; una seconda sala con ologrammi in 4K degli stessi personaggi che approfondiscono ulteriori aspetti della storia dell’artista; una terza fase in cui assumere il punto di vista di Modigliani tramite visori VR, e infine un laboratorio didattico con intervista a Carlo Pepi, storico dell’arte e collezionista noto per aver smascherato un gran numero di falsi Modigliani. Modigliani 2
La scaletta della mostra multimediale prevede l’approfondimento di alcuni momenti fondamentali della vita di Modì: l’infanzia nella campagna toscana, lo sviluppo della tubercolosi, il tour che tocca Napoli, Pompei, Capri, Roma e Firenze; e poi il periodo veneziano, quello parigino, l’amore per Jeanne Hébuterne, la morte, ma soprattutto la fama postuma. Particolare enfasi, infatti, viene posta sulla vendita all’asta da Christie’s, New York, del celebre “Nu couché” del 1917-18 per 170 milioni di dollari nel 2015, mentre è di pochi giorni fa la notizia della vendita di un altro nudo dell’artista italiano, il “Nu couché (sur le côté gauche)”, battuto all’asta da Sotheby’s per 157 milioni di dollari. Di strada, dunque, ne ha fatta molta l’artista livornese, che dopo aver frequentato la “Scuola libera di nudo” di Firenze e l’Accademia per le Belle Arti di Venezia, si trasferì in una Parigi al tempo punto di riferimento per le avanguardie. Minato dalla tubercolosi ed emotivamente fragile, Modigliani piombò nelle scintillanti serate parigine in un vortice di alcol e droghe, respirò il clima di esaltazione di quegli anni, incontrò artisti e mecenati. «Amedeo usava i colori che gli parevano a lui; vedeva il mondo diverso da noi» diceva di lui Guglielmo Micheli, suo maestro livornese, mentre Modì era solamente cosciente della sua necessità di dipingere i volti – soprattutto femminili – per coglierne e possederne l’anima. Il suo senso classico della forma si mescola alla sua passione per la scultura e all’amore per l’arte egiziana scoperta a Parigi: le donne da lui dipinte presentano spesso colli troppo lunghi e seni troppo sferici, non con l’intento di alterare la realtà quanto per nobilitarla accentuandone gli aspetti geometrici, mentre la durezza dell’intaglio della pietra si riflette nei contorni dei suoi dipinti.  

Modigliani 3


L’exhibition Modigliani Opera intende inserirsi nel panorama degli allestimenti temporanei e delle mostre emozionali con forte connotazione spettacolare, in cui lo spettatore non sia coinvolto esclusivamente dal punto di vista dell’osservazione ma sia reso completamente partecipe del percorso espositivo. E nonostante il connubio di cinema e teatro, animazioni 2D e 3D, proiezioni e realtà virtuale, resta la sensazione – per non dire la certezza – che lo schermo non riesca a sostituire la visione dell’opera dal vivo e tutto ciò che essa trasmette.

Pasquale Pota  05/06/2018

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