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Roma: alla Galleria Marie-Laure Fleisch, la mostra Dynamis celebra il connubio artistico di Nina Fischer e Maroan el Sani

La mostra Dynamis di Nina Fischer e Maroan el Sani, apre i battenti il prossimo 11 marzo alla galleria Marie-Laure Fleisch, in concomitanza con l'apertura della loro personale Freedom of Movement al MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma.
I due artisti lavorano insieme dal 1995 avvalendosi di diverse tecniche quali fotografia, film e video installazione. La loro ricerca focalizza l’attenzione sulla relazione tra la società contemporanea e i luoghi che un tempo costituivano punti di riferimento, come centri di cultura politica, d’arte e di sviluppo sociale, e che oggi hanno perso la loro funzione originaria divenendo spazi utopici, in cui si fondono vissuto e immaginato, simbolo di un passato quasi mitologico. Gli artisti intendono restituirli alla coscienza moderna ridefinendo la loro identità.
Nei video assistiamo alla narrazione di storie che indagano questo cambiamento di percezione e il concetto di transizione e trasformazione, avvenuta non solo nella struttura fisica dell’architettura, intesa come luogo di esperienze umane condivise, ma anche a un livello intangibile e immateriale, laddove si è sedimentata la memoria collettiva.
Il video Dynamis, presentato in mostra, è stato commissionato nel 2014 dal Contemporary Art Center of Thessaloniki ed esposto poi nello stesso anno alla Neue Nationalgalerie di Berlino nell'ambito del Festival of Future Nows, inaugurato da Olafur Eliasson.
Il film nasce da una performance culturale collettiva, realizzata dalle persone che Nina e Maroan hanno incontrato casualmente nella città di Salonicco. La richiesta che veniva loro fatta era quella di svolgere un esercizio di pazienza e precisione: mettere in equilibrio un uovo finché non si reggesse dritto. L’ambientazione è semplice, si alternano nel video varie superfici di marmo o granito che caratterizzano gli spazi pubblici della città, dalle strade al lungo mare, dal parco alle piazze, all’architettura della Banca Nazionale della Grecia. Qui le persone, uomini, donne e bambini, sono impegnate in questo esperimento solitario, una prova con se stessi innanzitutto, che richiede concentrazione e può durare qualche volta pochi secondi, altre volte diversi minuti, finché il compito non è portato a termine. Il susseguirsi di un incessante stato di elevazione e caduta ben esprime, figurativamente parlando, l’alternarsi di successi e fallimenti che caratterizzano le trasformazioni sociali e culturali delle società, fino al raggiungimento di una comunità bilanciata.
La performance è stata poi messa nuovamente in atto durante la proiezione del film presso la Neue Nationalgalerie di Berlino, dove i visitatori hanno cercato di far star dritte le uova sulle innumerevoli superfici lisce che formano il perimetro esterno dell’architettura modernista di Mies van der Rohe. Anche in galleria gli artisti vogliono coinvolgere attivamente il pubblico, che è invitato a cimentarsi nella prova. Per questa ragione insieme al video è presente un’installazione costituita da un blocco di marmo bianco posto al centro della sala, accanto a un contenitore con delle uova. Il visitatore si confronta con la forma semplice ma allo stesso tempo complessa dell’uovo e la perseveranza della sua azione diviene simbolo dello sforzo costante di trovare un equilibrio, interiore ed esteriore.

Davide Antonio Bellalba 10/02/2017

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