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Palazzo Magnani di Reggio Emilia festeggia i suoi vent'anni con Kandiskij e Cage

Kandinsky ->Cage: Musica e Spirituale nell'Arte” è il regalo che Palazzo Magnani si è fatto per festeggiare i suoi vent'anni di attività espositiva. Cuore pulsante della Reggio Emilia che-fa-cose, ha voluto mettere in mostra lo stretto legame artistico che ha unito musica e arte figurativa dalla prima alla seconda metà del XX secolo. Attraverso un percorso interattivo il pubblico è condotto dentro ai primi passi dell'Astrattismo, dove Richard Wagner ha sviluppato le sue tesi a sostegno della profonda connessione tra le diverse arti.
A dimostrarlo, in questa sede, sono le oltre cinquanta - tra dipinti, acquerelli e grafiche - opere esposte: segni e tratti di tempere si muovono come fraseggi musicali attraverso la tela, creando armonie di curve e colori in cui il classicismo rinascimentale non vessa più le sue leggi.
La pittura astratta di Wassily Kandiskij, le linee e i colori di Paul Klee, il linguaggio rivoluzionario - ma mai veramente astratto - di Marianne von Werefkin, le sculture di Fausto Melotti, il preludio alla pop art di Oskar Fischinger: questa è solo una parte di ciò che si può ammirare nelle sale di Palazzo Magnani.
Ma è la musica a dare quel valore aggiunto che la mostra aveva intenzione di lasciare al proprio pubblico. Lungo tutto il percorso, dissimulate nei controsoffitti delle stanze, sono sparse delle “campane sonore”: casse melodiche da cui risuonano brevi pezzi di brani musicali. Da Bach a Wagner, da Stravinsky a Shoenberg. È attraverso questa fruizione interattiva che le opere esposte diventano capaci di parlare, o meglio, cantare il profondo movimento artistico del XX secolo.
Ma prima che “l'uomo qualunque” possa agganciare tutta questa meraviglia, il suo telefono è già suonato due volte, l'ascolto di “Toccata e fuga” di Bach è stato compromesso dagli sghignazzi dei ragazzi intorno a lui e la ressa del sabato pomeriggio ha reso impossibile avvicinare “Composizione n.4” di Wassily Kandiskij.
Le intenzioni dei galleristi sono sempre le migliori. Mentre a loro spetta l'onere e l'onore di ammirare queste meraviglie nel silenzio raccolto “dell'attimo prima”, il grande pubblico però è costretto ad adattarsi alle circostanze. Troppo spesso poco propense a fare emergere “lo spirituale nell'arte”, ma sempre più inclini a palesare la cafonaggine di questa nostra mal-garbata generazione social.

In mostra dall'11 novembre al 25 febbraio 2018 a Palazzo Magnani (RE)

Elena Pelloni 19/11/2017

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