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La Phillips Collection al PalaExpo: pittura moderna ai due lati dell'Atlantico

Impressionisti e Moderni. Capolavori dalla Phillips Collection di Washington
16 ottobre 2015 – 14 febbraio 2016
Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 - Roma

Quello della Collezione Phillips, aperto nel 1921, ben prima del celebre MoMA di New York, è stato il primo museo d'arte moderna su suolo americano. Basterebbe questo semplice dato per iniziare a farsi un'idea sul valore pionieristico della collezione di dipinti raccolta nel corso di diversi decenni da Duncan Phillips (1886-1966) e tuttora esposta nella sua Washington DC.
Il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita fino al 14 febbraio 2016 una significativa selezione di questi dipinti nell'importante mostra "Impressionisti e Moderni. Capolavori dalla Phillips Collection di Washington", a cura di Susan Behrends Frank.
Sessantadue opere di oltre cinquanta artisti, divise in sei nuclei tematici: Classicismo Realismo e Romanticismo; Impressionismo e Postimpressionismo; Parigi e il Cubismo; Intimismo e Modernismo; Natura e Espressionismo; Espressionismo Astratto. Un numero circoscritto (se si pensa che ad oggi la collezione comprende oltre tremila pezzi), ma ben adatto al duplice scopo di segnalare ambienti, correnti e nomi importanti dell'arte del '900 da un lato, e dall'altro mostrare quella che è stata la visione in proposito dello stesso Phillips (collezionista ma anche critico, influenzato dai testi di Roger Fry e Clive Bell): un'idea di arte che è fatta di continuità più che di fratture, di rapporti e influenze fra generazioni anche distanti, su entrambe le sponde dell'Atlantico. Sì, perché questa raccolta è fatta di grandi nomi americani ma anche delle punte di diamante della ricerca pittorica europea a cavallo fra XIX e XX secolo.
I nomi di richiamo sono davvero molti, da Cézanne e Van Gogh a Picasso e Matisse, da Modigliani e Utrillo a Georges Braque, al di qua dell'oceano. Ma altro elemento importante nelle scelte di Duncan Phillips è stato quello di cercare di stare al passo con la ricerca di alcuni dei maggiori artisti viventi del suo tempo. Si spiegano così le presenze in mostra di Georgia O'Keeffe, Morris Louis, Adolph Gottlieb o la significativa inclusione di Mark Rothko (ben presente nel museo di Washington e qui comunque testimoniata da un dipinto di dimensioni ridotte).
Insomma, una mostra accattivante sotto più aspetti: fa leva sul riconoscimento e la fama internazionale di molti degli artisti presenti, ma nello stesso tempo segnala anche a un pubblico inesperto alcuni dei nodi e degli sviluppi su cui si è incanalata quella ricerca espressiva, ormai pienamente moderna, che vedrà proprio negli Stati Uniti un grande megafono sul palcoscenico internazionale.

Marco Pacella 18/10/2015

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