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James Tissot, acuto osservatore della sua epoca, in mostra al Chiostro del Bramante di Roma

Prodotta e organizzata da DART
Curata da Cyrille Sciama

La mostra di James Tissot, al Chiostro del Bramante di Roma, dal 26 settembre 2015 al 21 febbraio 2016, svela subito il volto dell’artista, per la prima volta in mostra in Italia. Due opere, l’Autoritratto, proveniente dal Fine Arts Museums di San Francisco, e il ritratto di Kathleen Newton accolgono i visitatori. Basta fissare l’uomo, con il viso appoggiato sulla mano destra, per essere catturati dal suo sguardo ironico, che preannuncia un’identità ambiziosa e una complessa vitalità. La donna al suo fianco, bella e raffinata, ha un’espressione bramosa e incuriosita. Kathleeen sarà oggetto di molte opere, il suo volto diventerà un'ossessione anche dopo la morte prematura, confermando la sua importanza nell’esistenza e produzione artistica del pittore.
La curatrice Cyrille Sciama, sceglie un allestimento che accompagna i visitatori alla scoperta delle varie fasi della vita dell’artista, dalla formazione, ai sui soggiorni, prima parigino, poi londinese, alla ricerca del gusto di una borghesia nascente da compiacere ma al tempo stesso analizzare, dal suo amore per la seducente Kathleeen alla sua fase artistica rivolta ai temi religiosi. James Tissot, nato nel 1836 è un pittore dal respiro europeo, i suoi maestri sono allievi di Jean Auguste Dominique Ingres, da cui eredita la cura per il dettaglio e l’attenzione ai tessuti, ma mantiene un autonomia artistica rispetto ai movimenti artistici che hanno investito il suo tempo, dall’Impressionismo ai Preraffaelliti.
James Tissot è stato capace di intrecciare la propria esperienza umana allo spirito del tempo, smascherando gli schemi vittoriani, e indagando la psicologia dei suoi soggetti, per lo più femminili. E’ assolutamente straordinaria la sua capacità di cogliere l’evoluzione di una classe sociale e di una città, la Ville Lumière, attraverso la quotidianità e le abitudini che cambiano; al pari dei suoi contemporanei come Manet e Renoir, la folla, le feste sfarzose e i salotti fanno da scenario alle sue opere. Nella suo atelier parigino allestisce una salotto alla maniera giapponese, per assecondare il gusto japonaiserie della borghesia francese.
Le grandi protagoniste delle sue opere sono le donne, belle e seducenti, alle quali conferisce la possibilità di celare un pensiero nascosto, un segreto, come la giovane In chiesa, colta nel momento in cui si allontana dal confessorio, lasciando quindi il dubbio sulla confessione o omissione dei suoi peccati, la moderna Mademoiselle L.L. seduta allo scrittoio, le maliziose prostituite rappresentate insieme ad un ammiraglio, nell’acquaforte, trasformate in due accompagnatrici sulla tela ne l’Arsenale di Portsmouth, la donna che non vuole vedere o sapere che si cela dietro un ventaglio ne Il Ponte di Calcutta, La figlia del capitano, opera che evoca le relazioni tra amore e denaro, con il capitano che contratta il matrimonio della figlia, sotto gli occhi avidi del futuro marito. Nelle sue opere c’è l’ incomunicabilità e la solitudine dei personaggi femminili di fronte gli uomini, tanto da dedicare una serie di opere a tutti gli stereotipi sulle donne.
Il teatro, nella seconda metà dell’Ottocento, diventa il luogo dove esibirsi o commentare la presenza degli astanti, e questo non sfugge a Tissot. L’istallazione multimediale di Fabien Iliou ricrea l’ambientazione di un foyer di un teatro, e immaginando di essere nella maestosa Opéra Garnier, si è circondati da uomini in abito da sera di uomini che dibattono sulla bellezza come un pregio o una futilità . Subito dopo è collocata La più bella donna di Parigi , icona dell’intera mostra, che immortala una donna in abito nero, come una vittima sacrificale tra gli sguardi concupiscenti degli uomini, la sera prima di essere spodestata.
La borghesia resta tra i soggetti anche dei temi religiosi, come la serie del Figliol Prodigo che racconta la parabola di un giovane stanco di vivere in Occidente che parte alla scoperta del Giappone per fare ritorno a casa ed essere accolto in ginocchio ai piedi dell’anziano padre a cui stringe la vita, sulla scena ancora una volta c’è il volto della sua amata nei panni di astante.
Già dagli esordi con la rappresentazione dell’incontro tra Margherite e Faust, che lo consacrò come pittore nazionale,dato che l’opera esposta al Salon fu acquistata dallo Stato Francese, era chiara la sua attenzione alla descrizione del rapporto amoroso, colto nella quotidianità che scorre, e al dettaglio, come gli archi in ferro in battuto, i gioielli, le curve degli abiti, il colore dei tessuti. Proprio gli abiti che esibivano uno stato sociale, un elemento fondamentale per mostrare la propria posizione economica, sono esposti insieme a alle preziose stoffe, accompagnate da tavole descrittive su uno specifico capo di abbigliamento come il bolero o il tailleur. Le citazioni letterarie di vari autori, riportate nelle varie sale dell’esposizione, risultano subito superflue perché le opere di Tissot esprimono potentemente la forza del suo tempo e degli uomini che l’hanno vissuto.

Gerarda Pinto 15/10/2015

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