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Veronica Pivetti, Per sole donne: «Chiunque si aspetti la Prof nel libro non la troverà»

Per sole donne è il primo romanzo di Veronica Pivetti. Dopo due esilaranti bestseller autobiografici, Ho smesso di piangere (2012) e Mai all’altezza (2017), l’autrice torna in libreria con una storia esplicita e smaliziata, un racconto coraggioso sul sesso scandito dall’amicizia fra cinquantenni disincantate. Adelaide fa l’antiquaria, ha un marito più giovane di lei con cui è in crisi, una madre complice e saggia nonostante un principio di arteriosclerosi e quattro amiche vere. Nel solito ristorante cinese si raccontano gli amplessi vissuti, il rapporto con gli uomini e anche con le donne e l’immediatezza del linguaggio rende leggibile persino l’immaginazione. «Chiunque si aspetti la prof non la troverà - spiega la Pivetti al Teatro Eliseo - Sapevo di fare un’azione inaspettata e di rischiare tanto, ma io sono anche questa. Se scrivi un libro di questo tipo devi essere sincera, non puoi dire le cose a metà e io ho scelto di esserlo. Ho detto esattamente quello che volevo e sono grata alla Mondadori per non aver censurato nulla. Mi sono trovata in imbarazzo con la mia scrittura, ma era solo un meccanismo di auto censura. Credo che il grillo parlante debba essere messo a tacere qualche volta».

Una piacevole ironia descrive la complessità dei rapporti umani e le riflessioni profonde nascondono piccoli indizi intuibili dal lettore, fra tradimenti e confronti generazionali. «C'è molta autobiografia nel libro. Ho iniziato a lavorare a 6 anni come doppiatrice, ma la vera autonomia l'ho acquistata a 30 anni. Sono legata ai miei genitori, ma è difficile gestire questo tipo di educazione fondata su un grande appoggio. Quando esci nel mondo sei impreparato, pensi che tutti sappiano esattamente chi sei ed è difficile scontrarsi con questa coscienza. È un testo estremamente esplicito, è un’operazione di emancipazione. Fra le tante sfumature ho voluto mettere qualcosa che ricordasse mia madre e lei stessa si è riconosciuta, ma non è stato semplice nei confronti dei miei genitori». La vagina stilizzata in copertina allontana forse gli uomini, eppure all’interno del testo si parla soprattutto di loro, incognita e delizia del genere femminile. Consapevole rassegnazione e piacere carnale stanno in equilibrio sulla corda della vita, bilanciano il loro peso per non cadere e resistono alla razionalità dell’insensato scorrere del tempo. Secondo la Pivetti «la mascolinità è ineluttabile, non c'è speranza. Sono sfiduciata e non ho la pretesa di essere condivisa. Può darsi che gli uomini non siano tutti così, ma io racconto la mia esperienza. Non è una verità assoluta, ma mi riguarda molto. Fra le righe sono spietata nei confronti degli uomini e nei confronti delle donne, ma ammetto che sia un libro di parte a favore di queste. Essere a favore delle donne non significa essere contro gli uomini. Troverei sterile impiegare sei mesi di stesura contro qualcuno. Il libro è un grido d'aiuto e di rabbia nei confronti del genere maschile». Occorre dunque superare gli stereotipi e rispettare le avvertenze: astenersi puritani e persone sensibili. Tenere lontano dalla portata dei bambini.

Laura Rondinella   07/03/20

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