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Maurizio de Giovanni "Vuoto per i Bastardi di Pizzofalcone"- L'ingombrante presenza del vuoto

Edito da Einaudi, “Vuoto per i Bastardi di Pizzofalcone” è il nono volume dedicato alla squadra del commissariato partenopeo.

Quando un’anonima professoressa di lettere di un istituto tecnico scompare, l’unica a preoccuparsi è la sua collega e amica. Il marito, un noto e ricco industriale, sostiene che la moglie se ne sia andata di propria volontà. Nel frattempo, a Pizzofalcone, la squadra deve abituarsi alla momentanea assenza di Pisanelli e accettare la nuova vicecommissaria, Elsa Martini, dal carattere duro e affilato.

Diventa assordante ed evidente il vuoto lasciato da una persona che, fino a quel momento, risultava invisibile agli occhi del mondo. Paradossalmente, è una scomparsa che rende le persone socialmente visibili, perché una sparizione conta molto di più di una presenza, lascia un vuoto dietro di sé. La sparizione di questa donna, la cui vita è, apparentemente, serena, costringe i Bastardi a confrontarsi con i fantasmi che hanno dentro, con le loro solitudini incolmabili e il loro personale vuoto. Nel romanzo il termine assume una fondamentale importanza, tanto che l’autore lo declina in ogni sua sfumatura: mancanza, assenza, carenza, omissione. Ad ognuna di esse è associato un colore e uno dei protagonisti.

Attraverso una scrittura avvincente de Giovanni ci accompagna tra i vicoli di una Napoli grigia e autunnale, raccontando una storia criminale ben scritta e dal finale per nulla scontato. Il ritmo è lento e cadenzato, con grande spazio lasciato alle riflessioni dei protagonisti, ai loro pensieri e desideri. Una narrazione intimista e profonda, adatta al tono malinconico della storia.
L’autore tratteggia con delicatezza le vicende dei suoi personaggi: lo sbocciare di un timido sentimento tra il vicequestore Palma e Ottavia, rinchiusa in un matrimonio infelice; l’incertezza di Lojacono e della relazione con Laura Piras; il meraviglioso rapporto padre- figlio tra Pisannelli e il giovane Aragona; sono legami che si sviluppano al ritmo di un sospiro, lievi e fragili, ma che portano luce in un racconto che – lo afferma l’autore stesso – è uno dei più neri e violenti da lui scritti. C’è una violenza nascosta, un orrore celato dietro la scomparsa che apre la vicenda. Una mostruosità che coinvolge degli innocenti, che affonda le radici nella parte più oscura dell’animo umano.

“Vuoto per i Bastardi di Pizzofalcone” è un romanzo da leggere d’un fiato, consapevole di trovarsi di fronte a un vuoto pieno di dolore e di incertezza, ma che, se riempito di sogni e speranze, allora può essere sconfitto.

Maria Castaldo 03/02/19