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“Lo Sgarro — Rocco Sigaro e il delittaccio della Garbatella” l’ultimo romanzo di Leonardo Jattarelli

Una ragazza viene trovata morta proprio nel cuore della Garbatella. Si tratta di Carla Palumbo, nessun parente e nessun segno di violenza, solo un ematoma sulla coscia destra. L’ennesima morte inspiegabile dei nostri tempi, ma il caso è affidato a un ex poliziotto dal nome curioso, Rocco Sigaro, un quarantacinquenne che gravita intorno al commissariato dell’Eur, separato dalla moglie Laura e legato calorosamente alla figlia di 11 anni, Valentina. Rocco Sigaro si muove per le vie e i palazzi del pittoresco sobborgo romano — chiamato da tutti “rione” nonostante si trovi fuori dalle mura della Capitale — cercando gli indizi e le sbavature di un delitto che all’apparenza sembra riuscitissimo. Civetta e Saltimbanco sono i collaboratori di fiducia che accompagnano Sigaro tra i personaggi autoctoni della Garbatella. Per comprendere il misfatto e il groviglio di informazioni dubbie ad esso collegato, le indagini devono per forza incontrare figure ambigue dall’irresistibile fascino popolare come, ad esempio, Er Pompa e Pesciolino, rispettivamente benzinaio e operatore balneare al lido di Ostia. Poi c’è anche Teresa, l’anziana nostalgica dell’epoca fascista che partecipa al racconto dell’ VIII Municipio di Roma, dei suoi abitanti e delle sue leggende. Il problema è che nessuna di queste ruspanti e genuine persone sa niente. O meglio, sa poco o niente e nel sapere poco forse sa qualcosa. Tocca a Rocco Sigaro trovare il bandolo della matassa per scoprire se dietro l’omicidio di Carla Palumbo si celi il movente passionale o una brutta storia di sfruttamento sessuale.
Lo Sgarro — Rocco Sigaro e il delittaccio della Garbatella è l’ultimo romanzo del giornalista Leonardo Jattarelli. Già dalle prime delle 208 pagine edite da NED è evidente l’intenzione dell’autore di fondare il proprio romanzo sulla letteratura di genere. Il dispregiativo e la connotazione capitolina presenti nel titolo fanno pensare immediatamente a un pasticciaccio brutto di gaddiana memoria. Andando a fondo nel caso d’omicidio, si scopre che anche Rocco Sigaro è in qualche modo legato allo stilema classico del detective fuori dalle istituzioni che cerca di risolvere un brutto affare della periferia urbana, agendo in maniera tutt'altro che conforme alla prassi investigativa. Forse Sigaro è cresciuto alla scuola di Duca Lamberti o del Commissario Melis, chissà... L’unica cosa certa è che Jattarelli ci propone un giallo estivo che si preannuncia gustoso come un bel romanzo milanese di Scerbanenco, ma alla Garbatella.

Susanna Terribile 15/07/2016

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