Dall’universo dei giovani in subbuglio riflessivo, tormentati e fieri di esserlo, spunta una novità editoriale firmata dalla band simbolo dell’elettro-pop bolognese, Lo Stato Sociale. “Il movimento è fermo” è stato presentato martedì 7 maggio presso La Feltrinelli di via Appia Nuova davanti a una nutrita platea di fan, appassionati e curiosi che hanno atteso con ansia di ascoltare alcuni estratti del volume edito da Rizzoli con il quale Albi, Checco, Lodo, Bebo e Carota parlano di sub-cultura, di trentenni e sì, anche d’amore.
Era il 2009, la NATO bombardava i Talebani in Afganistan, il G8 approdava sulle macerie del terremoto aquilano e alla Biennale di Venezia “Lebanon” riceveva il Leone d’oro, nel frattempo, a Bologna, tre giovani dj conducevano un programma su Radiocittà Fujiko. Erano Alberto Cazzola, Ludovico Guenzi e Alberto Guidetti e diedero vita a una delle realtà musicali più interessanti del momento: Lo Stato Sociale. Nel 2010 si aggiunsero anche Enrico Roberto e Francesco Draicchio e la band cominciò a comporre singoli di successo come “Mi sono rotto il cazzo”, album campioni di vendita e concerti sold-out. Oggi Lo Stato Sociale ha sentito nuovamente il bisogno di opporre una reazione personale al mondo in rovina, lanciando un grido elettronico che giunge fino ai negozi di libri che espongono in vetrina il loro primo tentativo cartaceo.
“Il movimento è fermo” è la storia di Zeno e Genio, due amici che vivono in una Bologna sopita, tra i soliti concerti, i collettivi universitari e le ormai abitudinarie gite sui colli, in attesa di compiere i fatidici trent’anni. Arriva Eleonora e tutto rifiorisce, ogni cosa risorge dal torpore metodico privo di prospettive, persino il cuore di Zeno e il movimento studentesco dato ormai per defunto. Nel frattempo in Svizzera viene messo a punto un sistema per controllare minuziosamente le attività web dei cittadini a livello mondiale. La libertà comune è a rischio. I ragazzi del movimento raggiungono la Svizzera con il pulmino Volkswagen di Genio per unirsi alla mobilitazione sociale che sta travolgendo l’Europa. Alla fine l’amore trionfa, in qualche modo, tra nuovi incontri e sogni di rivoluzione.
Lo Stato Sociale propone un romanzo ambizioso e non privo di spunti originali, divertente e profondo. L’intera vicenda di Zeno e Genio potrebbe tranquillamente essere impersonata dai personaggi disegnati da Zerocalcare: sia le macchiette bolognesi che il fumettista di Rebibbia esprimono l’intimo disagio dei trentenni del 2016 avviliti da una società che gli nega il futuro. “Il movimento è fermo” è l’ennesima espressione di una generazione inadeguata, ma potenzialmente produttiva che grida e desta i coetanei alla reazione nei confronti dell’Italia peggiore, del mondo intero e del continuo affanno sociale che ci fa sentire turisti di questa nostra sottospecie di democrazia.
Susanna Terribile 12/05/2016