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“Dio odia le donne”: gli alibi della religione secondo Giuliana Sgrena

Le donne storicamente sono state le prime vittime dell’integralismo religioso: subalterne per dovere di nascita, peccatrici, deboli, imperfette di fronte al Creato. Esseri destinati all’espiazione continua su cui da millenni ricadono le colpe degli uomini: quegli stessi uomini che, sotto i vessilli della religione, si sono macchiati le mani di sangue innocente.
Il rapporto tra le tre grandi religioni monoteiste (Cattolicesimo, Ebraismo e Islamismo) e la discriminazione femminile: questo il tema di Dio odia le donne, l’ultimo libro della storica giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, nota alle cronache di tutto il mondo per il rapimento di cui è stata vittima nel 2005 per mano dei jihadisti.
Il libro, edito “Il Saggiatore”, è stato presentato a Roma il 10 maggio presso la Casa delle Donne di via della Lungara. Hanno dialogato con l’autrice Laura Balbo, sociologa e già Ministro delle Pari Opportunità, nonché presidente onoraria dell’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti (Uaar), e Raffaele Carcano, ex segretario dell’Uaar, ora coordinatore culturale dell’associazione.dioodialedonne
Un libro in cui viene messo a nudo la pigrizia empatica di queste religioni, che parla non solo di disuguaglianza ma anche del coraggio di tutte quelle donne che ogni giorno nel mondo si battono per combattere questo stato di cose. Il libro di Giuliana Sgrena si sviluppa prendendo avvio dallo studio metodico e approfondito delle fonti teologiche da cui scaturisce una realtà dura ma che restituisce uno specchio limpido dell’umanità in luoghi molto diversi del mondo.
“In passato, per il mio lavoro, mi sono spesso occupata di Islam e del rapporto dell’Islam con le donne – ha dichiarato la Sgrena durante la presentazione – e mi sono scontrata (o incontrata) con situazioni molto pesanti per le donne”. Un impegno, quello della giornalista, che l’ha condotta nel corso della carriera a partecipare con impegno alle lotte di queste donne per la conquista dei loro diritti di fronte alle teocrazie. Ma il fondamentalismo non riguarda solo la religione musulmana: da questa riflessione è nata l’idea di scrivere un libro che indagasse l’approccio delle tre grandi religioni monoteiste sul tema della figura femminile, con particolare attenzione alla religione cattolica.
Dio odia le donne non vuole essere una nuova esegesi ma, partendo dallo studio dei testi sacri, analizza le affermazioni che ne scaturiscono sulle donne. Dieci temi (come i dieci comandamenti) attraverso cui confrontare le varie religioni e per mezzo dei quali si scopre che le differenze di trattamento dei confronti delle donne sono minime. “Essendo Eva stata creata per Adamo, la donna non può essere considerata alla stessa altezza dell’uomo” ha continuato la Sgrena: una versione, quella della creazione della donna da una costola di Adamo, universalmente accettata dalla dottrina anche per rimarcare il primato dell’uomo e affinché il genere femminile non potesse mai rivendicare particolari poteri o diritti.
Dalla Bibbia, al Talmud, al Corano, passando per Platone e Paolo di Tarso, tanti i temi toccati, dalla verginità all’infibulazione: un libro, quello di Giuliana Sgrena, in cui si insiste, senza edulcorazione alcuna, sull’accanimento senza quartiere delle tre religioni nei confronti della donna e in cui si costringe il lettore alla riflessione continua.

Federica Nastasia 14/05/2016

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