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Recensito incontra l’attore Igor Mattei

Igor Mattei è un attore a 360 gradi, impegnato su diversi fronti, diviso tra cinema, teatro e direzione artistica. L’abbiamo visto attualmente sul grande schermo nel film di Roberto Faenza “La verità sta in cielo”, mentre a fine novembre debutterà, sul palcoscenico del Teatro Piccolo Eliseo, con lo spettacolo “Risorgi” di Duccio Camerini. Da tre anni, inoltre, è il direttore artistico del “Festival Ad Arte CalcataTeatroCinemaFestival”, iniziativa che intende promuovere il teatro e il cinema italiano indipendente. Dal set del nuovo film di Carlo Benso, “Te absolvo, che sta girando in questi giorni, Mattei, dotato di grande esperienza e animato da profondi ideali, si racconta a Recensito, parlando dei suoi progetti attuali e futuri.

Sei attualmente al cinema con il film di Roberto Faenza “La verità sta in cielo”, vero e proprio “film inchiesta” sul caso Emanuela Orlandi, che da anni interessa l’opinione pubblica italiana. Che significato ha avuto per te prendere parte ad un progetto di questo tipo?
“Prendere parte a questo film di Roberto Faenza, col quale stavo per lavorare già tanti anni fa all’inizio della mia carriera, ha avuto per me un duplice significato: lavorare al cinema, diretto da un regista del suo calibro da una parte, e dare, con igormatteiuna mia piccola partecipazione in questo film di denuncia, come sempre meno se ne vedono in giro nel nostro Paese, il mio contributo di artista per fare chiarezza su un caso terribile ancora oggi irrisolto, che mi sconvolse da bambino e mi rattrista, mi fa arrabbiare e mi lascia davvero senza parole oggi, se penso a quanti depistaggi, e a quanti insabbiamenti ancora si perpetrano su questo inquietante e drammaticissimo caso.
Mi sento davvero vicino a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, al quale va tutta la mia stima e partecipazione umana, per non avere mai ceduto e per avere combattuto perché venisse fatta luce sulla scomparsa della giovane Emanuela. La Chiesa Cattolica dovrebbe chiedere perdono per questa tragica vicenda e dire tutto ciò che ha da dire in merito ora e non tra duecento anni, se davvero ha intenzione di rinnovarsi, come pare che questo Papa manifesti di volere fare. Sarebbe, questo sì, un atto rivoluzionario, ma ho seri dubbi che la Chiesa possa manifestare tanto coraggio nell’aiutare a trovare la verità”.

Ora stai invece girando da protagonista il nuovo film di Carlo Benso. Puoi anticiparci qualcosa su questo nuovo impegno e nuovo ruolo?
“Proprio in questi giorni sono iniziate le riprese, qui, in questo splendido angolo di Italia per me sconosciuto fino ad ora che si chiama Monferrato, con base nel piccolo e caratteristico paesino di Conzano, perso tra le meravigliose colline, vestite adesso dei più bei colori autunnali. Il mio ruolo in questo caso è quello del protagonista insieme a Toni Garrani. Due preti e due anime a confronto. Don Andrea (Toni Garrani) da una parte, il vecchio parroco del paese fautore di una libertà impossibile che diventa caos, all’interno di un’istituzione come quella della Chiesa e il prete più giovane Don Paolo (da me interpretato), portatore al contrario di una visione ordinata dell’esistenza, che viene inviato da Roma nel piccolo paese proprio per tirare su le sorti di una Parrocchia e dunque una comunità spiritualmente abbandonata ormai a se stessa. Ma come sempre caos e ordine sono i due lati di una stessa medaglia e l’uno sconfina nell’altro.
Dal mio punto di vista posso dire che nella mia vita ho vissuto distintamente entrambi gli aspetti e che dunque è vero che caos e ordine convivono e fraseggiano in noi costantemente, a noi la bacchetta per armonizzarli e farli diventare musica. Mi fa molto piacere rivendicare, in qualche modo, il mio ruolo di Deus ex machina che ha permesso che la realizzazione di questo film prendesse corpo. Quando il regista Carlo Benso mi parlò di questo suo soggetto, avevamo da poco terminato l’avventura della produzione e dell’allestimento dello spettacolo “Lacerimonia” con Marina Biondi e Astra Lanz per la regia di Carlo, che dopo aver debuttato in prima nazionale all’edizione 2015 del nostro Ad Arte Teatrocinefestival, aveva poi replicato per tre settimane a Roma.
Quando Carlo mi fece leggere la sceneggiatura di “Te absolvo” lo chiamai e gli dissi “Ho il produttore che può fare al nostro caso...ma il ruolo di Don Paolo è il mio, posso farlo”. È stata davvero un’illuminazione. Sapevo che il produttore Francesco Montini (Movie Factory), che conosco ormai da anni, avrebbe sicuramente apprezzato il soggetto, dopo avergli chiesto telefonicamente di leggere la sceneggiatura e dopo avermi risposto che l’avrebbe letta con calma. Qualche giorno dopo mi ha chiamato a sorpresa per dirmi che l’aveva letta e che voleva incontrare Benso, che nel frattempo aveva detto che aveva pensato alla mia proposta e che effettivamente il ruolo era giusto per me e che era strano che non ci avesse pensato da subito. Oggi siamo qui, quasi ancora increduli che tutto si sia concretizzato in così breve tempo, per un film indipendente. A Carlo va sicuramente dato atto della sua immensa tenacia e del suo travolgente e contagioso entusiasmo senza il quale sicuramente ci saremmo arenati in tanti momenti".

Non solo cinema: tra circa un mese debutterai al Teatro Piccolo Eliseo di Roma con lo spettacolo “Risorgi” di Duccio Camerini, i cui protagonisti sono personaggi ai margini della società posti davanti ai propri nemici. Una storia tra legalità e illegalità. Come si colloca nello spettacolo il tuo personaggio? Ti va di raccontarci qualcosa in merito?
“Non solo cinema, certo, sarebbe bello farne anche di più di cinema. Ma sappiamo quanto sia chiuso il mondo del cinema italiano, quanto poco se ne faccia di cinema indipendente e quanto poco a me piaccia prestarmi, per carattere, ai convenevoli e alle cerimonie del mondo dello spettacolo ufficiale, in genere.
Ma a parte questo, sì, il teatro, dove tutto, per quanto mi riguarda, è cominciato e continua artisticamente a vivere. Sebbene sia tanto difficile anche lì ormai tenersi in gioco, di fatto.
Dal 30 novembre sarò effettivamente al Piccolo Eliseo di Roma con un meraviglioso testo di Duccio Camerini, regista e attore nello spettacolo, oltre che autore. Un ruolo diametralmente opposto a quello del film che sto girando, se da una parte interpreto un parroco, uomo di fede sincera, che ha fatto dell’ordine la propria barriera contro la paura e contro l’incertezza dell’esistenza, al Piccolo Eliseo porterò in scena un “marchettaro” deciso a tutto pur di riprendersi il suo posto all’interno di una banda di balordi ai margini di Roma, capeggiati da una ruffiana e spietata figura di un trans che sfrutta malformazioni fisiche e non dei suoi componenti per fare cassa. Una dickensiana favola nera nella periferia dell’urbe. Potrei dire senza dubbi che mi ritroverò, in quanto a ruoli da affrontare in questa prima parte di stagione, tra il diavolo e l’acqua santa”.

In base a ciò, credi che il teatro possa avere un ruolo e una funzione sociale?
“Il teatro è per sua natura sociale. È la società che si specchia sempre nel teatro da sempre”.

Hai lavorato con importanti nomi del teatro e del cinema (Latella, Cosimi, Manfredini, Danco), chi ti ha lasciato l’insegnamento più importante?
“Indubbiamente tra i maestri per la mia formazione d’attore Danio Manfredini al quale sono legato anche da una profonda amicizia ormai e Walter Pagliaro. Da un punto di vista registico senz’altro Antonio Latella, ma ancor di più su questo versante Maria Grazia Cipriani, del Teatro del Carretto, Pierluigi Pieralli, e sempre Walter Pagliaro che resta, al suo livello, a mio avviso, uno dei pochi testimoni del teatro di regia esistenti oggi in Italia”.

igormattei2Da tre anni, con Marina Biondi, sei il direttore artistico del “Festival Ad Arte CalcataTeatroCinemaFestival”, un’iniziativa che intende incentivare il teatro e il cinema italiano indipendente. Quest’anno il festival è stato incentrato sul tema dell’eresia, intesa come verità non imposta, quasi a voler sottolineare l’intento di promulgare un’arte anomala, diversa. Quali sono i criteri sui quali ti sei basato per la selezione delle opere e per l’organizzazione della scorsa edizione? Progetti per la prossima?
“I criteri sui quali io e Marina Biondi ci siamo basati per la selezione sono senz’altro quelli della qualità, per me sinonimo sempre di ricerca stilistico-formale, dell’indipendenza (che può coincidere anche con l’emergente) in primis, e da un punto di vista tematico , la scelta di prodotti che avessero contenutisticamente una visione “diversa” e dunque eretica della realtà narrata.
Quest’anno siamo felici di aver intercettato, così senza segnalazioni, come invece il più delle volte capita, spettacoli e film di grandissimo valore. Voglio segnalare per il teatro, tra gli altri, tutti bellissimi, lo spettacolo che verrà presentato per la prima volta a Roma a novembre al Teatro Lo Spazio (nostro partner nella seconda edizione) , “Il bambino che verrà” della compagnia Imprevisti e Probabilità, per la regia di Daniele Furno, che narra ,ricorrendo in parte agli stilemi del teatro fisico e circense, dell’alienazione di due individui nella nostra società, sempre più schiavizzante, in cui invisibili padroni ci obbligano a lavorare ininterrottamente per soddisfare i loro desideri e a imporre desideri non nostri e dunque sempre meno autentici (qui l’eresia del tema per noi).
Quanto al cinema voglio invece segnalare i tre film “sbarcati” sull’isola del cinema di Roma a fine agosto (partner addirittura dalla nostra prima edizione) che stanno meritatamente facendosi largo in modo quasi insperato, data la loro assoluta indipendenza e il fatto di essere opere prime, in Festival internazionali, come nel caso del visionario e così poco italiano film di Alessandra Pescetta “La città senza notte”, arrivato al Toronto Film Festival subito dopo essere stato da noi e inserito tra l’altro anche da Silvano Agosti come “bestemmia programmatica” al suo Azzurro Scipioni, e il commovente, lucido e teso “La notte non fa più paura” di Marco Cassini, film sul terremoto in Emilia, avvenimento scomparso come niente dalla nostra memoria troppo breve di italiani, arrivato alla Festa del Cinema di Roma 2016, all’interno della Sezione Riflessi.
Insomma, non so se il nostro AD ARTE porti fortuna. Di fatto, a quanto pare, abbiamo un grosso fiuto per il vero talento e i fatti ci stanno dando ragione e in fondo essere eretici per noi è anche questo fiutare, senza filtro, i talenti e cercare di farli circuitare anche in questo nostro sciagurato paese in mano alle solite cricche, anche artisticamente parlando. Andare oltre questa logica a costo di farci qualche nemico, è essere eretici”.

Svolgi anche dei workshop: che importanza ha per te la formazione dei nuovi talenti?
“Credo che di workshop ormai non se ne possa più, mai come in questo periodo ne sono venuti su di tutti i tipi; purtroppo la selva è davvero piena di ogni tipo di offerta, spesso più dovuta all’esigenza di voler passare, trasmettere le proprie esperienze. Personalmente, faccio in realtà pochissimi laboratori, rispetto a quanti amerei farne.
Credo che il talento ci sia o non ci sia. Non c’è laboratorio che possa funzionare se manca il terreno sul quale attecchire. Ma certo un buon maestro può senza dubbio aiutare il talento a raffinarsi, a forgiarsi e dunque ad esprimersi al massimo. Dal mio punto di vista penso invece che non necessariamente un artista, più o meno affermato o più o meno popolare, sia automaticamente anche un buon insegnante.
Ritengo che insegnare sia uno dei mestieri più belli del mondo, ma che funzioni solamente se si ha anche voglia di continuare ad imparare. Ho preparato vari allievi per esami di ammissione presso le principali scuole di teatro nazionale, ma ho lavorato anche molto con attori di teatro amatoriale: posso dire di aver messo la stessa passione e di essermi dato in entrambi i casi. Aiutare una persona a esprimere il proprio artista interiore è come aiutare un essere umano a venire alla luce. Ci vuole passione, propensione e sensibilità. Sono caratteristiche che penso di possedere e di poter mettere, senza inganno, a disposizione di un giovane, ma anche non giovane, talento”.

Maresa Palmacci 25/10/2016

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