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Recensito incontra Cimini: dal pessimismo cosmico alla legge di Murphy

"La conquista dello spazio/ Gli spazi a dividere/ E noi ci lasciamo intimorire dalle favole/ I motori di ricerca/ La ricerca del dolore/ Ho perso un altro treno per andare non so dove."

In pochi versi la descrizione di un attimo, delle distanze che ci separano, del romanticismo suicida ai nostri giorni, la descrizione di chi siamo: persone. L'essenza dell'essere umano macchiato lì ad inchiostro su carta per poi tramutarsi in canzone, il desolante sconforto di decidere di non capire dove andare, da che parte stare, per poi abbandonarsi al masochismo esistenzialista che ci contraddistingue dalle altre specie animali: l'attenta descrizione in chiave poetica di tutti quegli antipatici cavilli, quei difetti di fabbrica che ci rendono splendidi e spaventosi. Ecco chi è Cimini: cantautore 2.0, originario di Cosenza ma adottato dal bacino indipendente bolognese, racconta con ironica poesia la vita, l'amore, il pessimismo cosmico e la positiva speranza di smuovere e cambiare qualcosa al mondo, magari proprio con la musica e con le parole. Il 9 Marzo, per Garrincha Dischi, è venuto alla luce il suo primo album "Ancora Meglio", che raccoglie dentro sé un attento spaccato di esperienze vissute, condivise ma specialmente condivisibili. Potremmo affermare con certezza che quest'astro nascente dell'indie italiano è riuscito, senza sforzi e senza macchinosità, a spiegare con empatia il quotidiano, gli ostacoli e le sconfitte, il dolore e l'amore-che spesso coincidono-la fortuna e specialmente la sfortuna, a volte causata dal nostro stesso malessere, dal nostro stesso pessimismo. "Ancora Meglio" è un'ironica verità che ci accompagna in questo universo 2.0 in cui tutto deve essere necessariamente migliore di tutto. Una continua guerriglia, un continuo dover sovrastare l'altro per goderne, per riuscire ad addormentarsi tranquilli. Un Ancora Meglio che puzza di superficialità e perenne insoddisfazione personale.  Noi di recensito abbiamo incontrato Cimini e abbiamo scoperto qualcosa in più sulla sua musica ma specialmente sulla sua persona.

“Non ho ancora capito qual è il posto migliore per me” ne "La Legge di Murphy" è una di quelle frasi in cui potremmo davvero tutti rispecchiarci, forse è anche questa la forza della tua musica, l'universalità. Ecco, adesso, dopo l'esordio, dopo i primi riflettori, dopo i primi riscontri positivi da parte del pubblico, dopo tutto questo, pensi di averlo trovato il posto migliore per te?
Penso che il palco sia un posto bellissimo, e anche tutto quello che c’è intorno ad un concerto: i compagni di viaggio, i kilometri, quell’oretta passata sul palco a contatto con le persone, le foto, le battute, la stanchezza e la ripartenza. Non so se è il posto migliore per me, ma in questo momento sono felice di stare dove sto. Sicuramente ho scritto questo disco in un momento di alienazione personale, in cui ho cercato di guardare me e la mia generazione dall’esterno e di descriverci. In un periodo di estrema superficialità, apparenza, illusione, l’uomo di oggi si sente sotto sotto più solo, e paradossalmente si trova a fare i conti con una maggiore emotività che spesso però tiene nascosta perché non in linea con quello che è abituato a vedere.
Cimini 1200x630 620x330Le tue canzoni sono particolarmente intrise di citazioni di altre canzoni o di film che possono essere considerati degli autentici capolavori. Quali sono i tuoi retaggi culturali, musicali e cinematografici?
Credo che la mia sia semplice curiosità di scoprire cose nuove quindi non ho generi di riferimento - sono poche le cose che proprio non mi piacciono e che evito a prescindere - e quando la pigrizia non prende il sopravvento vado a cercare cose che non conosco. In particolare però mi piace restare molto dentro la cultura italiana e il mio mito è Renzo Arbore.

Prima dell'esordio molti colleghi hanno supportato l'uscita del primo singolo con dei cartelli citando appunto “La Legge di Murphy”. Quanto ha influito il supporto di personaggi noti come ad esempio Brunori Sas sulla sicurezza della riuscita del singolo?
Durante il periodo di promozione della legge di Murphy ha influito molto perchè grazie anche al loro supporto si è creata molta curiosità nel pubblico, superando anche le nostre aspettative. Successivamente ho iniziato il mio percorso in solitaria, come è giusto che sia, senza spinte esterne e credendo nella forza delle canzoni. E, visto che lavoro con una bella squadra, stiamo riuscendo a dare il massimo.

A quale genere musicale fai riferimento per la linea melodica di alcuni brani che hanno chiare sonorità vintage, come ad esempio "Sabato Sera"?
Alla canzone italiana nazional popolare.

Raccontaci di com'è nata "Un'estate così", sappiamo sia stata composta in inverno, particolare degno di curiosità.
Si, l’ho scritta a Natale 2015 a San Lucido, il mio paesino d’origine, in provincia di Cosenza. Mi ricordo che erano delle vacanze di Natale particolarmente sottotono perché la sera in paese non usciva nessuno ed io e i miei amici non riuscivamo a fare niente di divertente se non restare al bar in piazza e cazzeggiare o lamentarci. Uno di loro ad un certo punto, penso per eccessivo scoramento, dice: “ragazzi comunque io un Natale così non lo avevo passato mai”. Il giorno dopo mi sono ricordato di queste parole e ho iniziato a scrivere questa canzone che inizialmente parlava proprio di quel Natale. Poi però ho voluto allargarne gli orizzonti e ho parlato delle mie vacanze estive adolescenziali.

Prima della riuscita dell'album “Ancora Meglio” hai avuto un momento di profonda rottura con la musica. Pensi che quell'allontanamento possa essere stato catartico? Come si è evoluto quel particolare momento della tua vita?
Nella mia vita ho sempre fatto musica, prima di tutto per me stesso, forse perché non riuscirei a fare altro per raggiungere un equilibrio personale in alcuni momenti. Come tutti ho avuto sogni, speranze e illusioni, suonando in giro, pubblicando canzoni e conoscendo persone che mi hanno accompagnato in un percorso particolare. Ad un certo punto però ho notato che chi mi accompagnava stava supportando degli interessi cinici, economici e personali che non avevano niente a che fare né con le mie canzoni né con la cultura in generale. Da quando mi sono reso conto di tutto ciò ho smesso di divertirmi e mi sono allontanato dalla musica, passando un periodo di tristezza infinita. Il lato positivo di tutto questo però è stato continuare a fare quello che ho sempre fatto nella mia cameretta: scrivere canzoni che mi facessero stare meglio. Così è stato ed è nato questo disco.

 Giorgia Groccia 20/04/2018