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Il grande jazz d’autore: intervista a Gaetano Partipilo

Gaetano Partipilo, sassofonista barese, è una delle figure italiane più note nel panorama jazzistico nazionale e non solo.
Formatosi tra la Puglia e Siena, ha ben presto guadagnato una caratura internazionale, pur mantenendo solidi legami con il Paese d’origine. Con cinque album da leader all’attivo, numerosi riconoscimenti ottenuti in carriera (basti pensare alla premiazione del suo disco del 2012 “Besides” come uno dei migliori 10 album dell’anno da parte delle storiche radio Jazzfm e WDR), Partipilo ci presenta in questa intervista la sua ultima performance in studio.
Venerdì 26 febbraio è infatti uscito “Daylight”, il suo ultimo lavoro, pubblicato dalla Tuk Music di Paolo Fresu e realizzato con i “The Contemporary Five”, gruppo di giovani musicisti tra i più interessanti della scena jazz italiana (Francesco Diodati alla chitarra, Alessandro Lanzoni al pianoforte, Luca Alemanno al contrabbasso e Dario Congedo alla batteria).
L’album, che verrà presentato ufficialmente giovedì 10 marzo al Teatro Forma di Bari, è una morbida astrazione, una sorta di loop cerebrale ed emotivo. I brani si muovono fluidamente tra diverse intensità sonore e melodiche, toccando corde intimistiche (emblematica “Quiet before”, duo pianoforte e sax di un’espressività massima) fino ad arrivare a composizioni più sostenute ritmicamente e quasi incalzanti alla danza (come la brillante “Israel addiction”).

Come descriverebbe questo suo ultimo lavoro discografico “Daylight”?
“E’ difficile da riassumere in poche parole, sicuramente è un’avventura nuova, un piccolo cambio di rotta verso un’esperienza sonora nuova.”

Per quale motivo ha deciso di puntare in modo così evidente sulle giovani promesse italiane che compongono i “Contemporary Five”, nonostante avesse la possibilità di avvalersi di altri prestigiosi collaboratori internazionali e non?
“A mio avviso come collaboratori sono anche loro molto prestigiosi, in quanto i giovani hanno una carica vitale sicuramente superiore, portatrice di freschezza e di nuove idee. Credo che sia fondamentale per qualcuno non più giovanissimo prendere linfa vitale da questi ragazzi.”

Quanto le sue numerose esperienze internazionali hanno influenzato questo disco?
“Sicuramente il viaggio e le nuove esperienze sono l’alimento quotidiano di tutti gli artisti, quindi hanno certamente influito in qualche modo sulla mia musica. Mi capita spesso di andare in giro a suonare, è la cosa che più amo e questo ha avuto un ruolo determinante anche nella registrazione di “Daylight”. In modo particolare, quando si viaggia si ha la possibilità di ascoltare musica con più tranquillità. Il viaggio aiuta ad avere tempo per riflettere, per pensare a nuove sonorità, a nuove idee. E’ molto importante quindi soprattutto il viaggio in sé, e gli ascolti che permette di fare.”

Il biennio 2014-2015 è stato per lei costellato di grandi progetti internazionali, come i dischi e i tour mondiali con il gruppo italo-taiwanese “Mission Formosa” e con la “Puglia Jazz Factory” . Ha però sviluppato “Daylight” esclusivamente in Italia e con artisti italiani. Ci parli di questa scelta.
“Sì, il disco è completamente sviluppato in Italia. In realtà, il batterista viveva a Londra ma è comunque un musicista italiano. Con i membri dei “Contemporary Five” ho avuto modo di collaborare anche in passato in diverse situazioni, mi piacevano individualmente ed è stata un’idea molto stimolante quella di metterli insieme e capire che cosa ne potesse uscire fuori.”

Perchè ha scelto come unica riproposizione quella di “I Will” dei Radiohead? Quali intenzioni musicali ha voluto esprimervi?
“Ultimamente mi sono avvicinato molto al suono della scena rock inglese. Credo che i Radiohead rappresentino il connubio perfetto tra rock, jazz e musica moderna d’avanguardia. Ho scelto un brano loro perché mi è molto caro, in una versione particolare, con la presenza di diverse linee vocali. Mi ha subito incuriosito, quindi è stata una scelta molto istintiva.”

Ci parli della copertina dell’album, una foto scattata da lei. E’ la prima volta che in questa etichetta discografica l’immagine viene realizzata dallo stesso musicista.
“A me piace molto scattare fotografie, anche se non sono certamente un fotografo professionista. Eravamo a Marsiglia con la Puglia Jazz factory per fare dei concerti e c’era questa ruota panoramica che mi piaceva. Ho fatto un po’ di scatti, e in questo scatto in particolare ho notato delle somiglianze con la mia musica. E’ stata semplice analogia dunque.
Avevo già utilizzato questa foto anche in passato per promuovere dei concerti, come sfondo di locandine: l’ho proposta quindi a Paolo Fresu e al grafico, hanno approvato, e così quasi per gioco è nata questa copertina.”

Quali sono i suoi progetti per il futuro?
“Ho parecchi progetti e iniziative all’attivo: in modo particolare, con il gruppo Mission Formosa saremo in tour in Italia dall’11 marzo fino a fine mese, e ci sarà presto un disco nuovo. Ci sono poi altri concerti in programma: farò una serie di performance in duo con Alessandro Lanzoni, un tour europeo con la Puglia Jazz Factory tra Ungheria e Belgio, ed è in programma anche un’altra tournée asiatica.”

Giulia Zanichelli 01/03/2016