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I compositori Mattia Donna & La Femme Piège si raccontano

Reduci dal successo del biopic Io sono Mia sulla grande Mia Martini, di cui hanno curato il riadattamento delle canzoni dell’artista e le canzoni originali sottofondo del film, Mattia Donna e Andrea Toso, La Femme Piège, sono una delle realtà musicali al servizio di tv e cinema in velocissima ascesa. La scorsa settimana ho avuto il piacere di fare due chiacchiere telefoniche con Mattia Donna.

Mattia Donna e Andrea Toso. Torinesi. Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di lavorare insieme?

Lavoriamo insieme praticamente da tutta la vita, il nostro sodalizio è come se fosse un vero e proprio matrimonio. Saranno almeno vent’anni che ci conosciamo, siamo cresciuti insieme come amici ma anche musicalmente nei locali e nei pub torinesi. Proveniamo entrambi dalle canzoni d’autore, il nostro esordio nel mondo musicale professionale arriva nel 2006 con un disco per la Emi, poi per una serie di motivazioni abbiamo mollato la presa sulle case discografiche dopo aver rinunciato (io in prima persona) alla partecipazione al Festival di Sanremo. In quegli anni abbiamo fatto molti concerti in lungo e in largo per la penisola e anche all’estero. Eravamo un gruppo numeroso ma era un periodo difficile per la musica, appena prima della nuova ondata di cantautori come Le luci della centrale elettrica o Brunori, per fare due nomi.

La Femme Piège come nasce nel 2010 e chi comprende?

Stavamo finendo l’ultima serie di concerti in giro per la Svizzera, quando tornammo in Italia proposero a me e Andrea di comporre le musiche per la serie Fuoriclasse con Luciana Littizzetto e da lì è partita l’avventura. La Femme Piège nasce da me e Andrea, compositori e produttori, e a seconda del progetto ingloba altre professionalità. Dello zoccolo duro della squadra fa parte da anni il nostro fonico e ingegnere del suono Gianluca Gadda, preziosissimo collaboratore oltre che proprietario di uno dei due studi in cui lavoriamo abitualmente a Bologna. Abbiamo sempre avuto l’opportunità di lavorare con grandissimi musicisti come il batterista Ellade Bandini, il chitarrista Giancarlo Bianchetti e poi Pierluigi Mingotti, Vince Pastano e molti altri.

Da un po’ di anni produttori ma prima di tutto musicisti e compositori. Qual è stata l’idea dietro il progetto di scrivere musica per il piccolo schermo?

Era un mondo a cui io ero vicino da anni, facendo parte di una famiglia di registi. Con Andrea siamo approdati al mondo delle colonne sonore per una serie di circostanze, a dir la verità. È stato un grosso salto nel vuoto, per fortuna è andato bene.

Come si struttura il processo creativo delle vostre musiche?

Innanzitutto ci poniamo sempre a servizio del film. Generalmente i musicisti arrivano sempre all’ultimo, noi invece lavoriamo prima sulla sceneggiatura e solitamente cerchiamo di iniziare all’inizio delle riprese, in modo tale che quando il regista gira le varie scene abbia già in cuffia le nostre tracce originali. Questo pur cercando di mantenere allo stesso tempo sempre un nostro stile: in un certo senso l’importante non è a cosa si lavora, ma rimanere fedeli all’idea che si ha della musica.

Dopo Nero Wolfe, Fuoriclasse, La strada di casa e molte altre fiction di successo della televisione italiana arriva il cinema. Io sono Mia, biopic su Mia Martini, una delle voci italiane più belle e amate di sempre. Per il film avete composto come al solito le musiche originali da inserire direttamente nelle scene ma soprattutto avete riadattato le canzoni originali di Mia Martini. Che tipo di lavoro avete compiuto in tal senso?

Sicuramente il lavoro più duro è stato quello sulle ricostruzioni storiche delle canzoni della Martini. Magari la gente non se ne rende conto perché sente che le musiche “suonano bene” e basta. Noi ci siamo fatti prendere da una passione incredibile, siamo andati oltre. È stata una ricerca ampissima in cui abbiamo investito parecchio: siamo andati in Inghilterra a scovare macchine, microfoni e riverberi originali dell’epoca cercando il più possibile di ricostruire la resa musicale dell’epoca. I brani presenti nel film coprono circa vent’anni di musica, pensa a com’è cambiato il suono in tutti quegli anni. Abbiamo quindi cercato di fare tutto il possibile e di farlo al massimo delle nostre potenzialità, a me personalmente sembrava il minimo per rendere il dovuto rispetto ad un artista così importante. Le musiche originali invece dovevano innanzitutto rispecchiare i ricordi del personaggio di Mia, e per questo sono state volutamente tenute un passo indietro alle canzoni, vere protagoniste.

Mia Martini è morta nel 1995, essendo voi molto giovani forse non conoscevate tutto il bagaglio musicale della cantante. È stato necessario uno studio per così dire biografico/musicale preliminare?

Il mio background musicale è molto diverso, a onor del vero devo dire che non sono mai stato un fan sfegatato di Mia Martini. Abbiamo condotto sì uno studio preliminare, ovviamente. Addentrandomi in prima persona nel suo mondo mi sono davvero appassionato al suo suono, alla sua musica, sentendo il dovere di lavorare al film con grande sensibilità.

Componendo le tracce musicali originali da inserire direttamente nel contesto drammaturgico e riflessivo della figura di Mia Martini, quanto è stato importante “empatizzare” con l’artista, considerati soprattutto i difficili episodi della sua vita?

Ci abbiamo messo il cuore. Mia Martini era ed è un artista così grande, così importante, che è stata così maltrattata… Imparando a conoscerla ho percepito una storia molto triste, molto oscura. Purtroppo spesso secondo me non è stata valorizzata come meritava. Ci sembrava davvero il minimo restituirle voce mettendoci tutti noi stessi.

Durante il lavoro non avete mai avuto paura di “tradire” lo spirito originale delle canzoni, considerato che alcune tra queste fanno parte dell’immaginario musicale italiano degli ultimi quarant’anni?

Se devo essere sincero no. La preoccupazione c’era, ma è stato talmente alto il livello di guardia che abbiamo cercato di mantenere che non abbiamo avuto questa paura. I riadattamenti delle canzoni sono molti vivi, seguendo fedelmente la musica di quell’epoca soprattutto riguardo il tempo.

Qual è la canzone che vi ha messo più a dura prova nel riadattamento?

Le canzoni sono tutte toste, non ce n’è una in particolare che ci ha messo in difficoltà. Abbiamo cercato più che altro di adottare tutte le strategie in nostro possesso per raggiungere un buon risultato, come ad esempio il microfono carbone per avvicinare un poco la voce di Serena Rossi a quella di Mia Martini.

Quanto tempo è durato il lavoro di progettazione prima e di realizzazione poi?

Facendo un calcolo rapido all’incirca un anno, volendo comprendere in quest’arco temporale anche la realizzazione dell’album. Siamo stati tra i primi a iniziare, avendo sul set bisogno delle musiche per Serena Rossi, e sicuramente tra gli ultimi a finire il lavoro.

Il lavoro musicale compiuto per Io sono Mia è diventato anche un album contenente sia le dodici musiche originali che i riadattamenti. Una bella soddisfazione, discograficamente parlando. In poche ore dall’uscita è scattato in terza posizione su iTunes dietro Bohemian Rapsody e A star is born.

Davvero una bella soddisfazione, anche perché racchiude quasi l’intero lavoro compiuto musicalmente sul film. Abbiamo cercato di conferire alle tracce una certa narrazione interna, legando così le canzoni alle musiche originali. L’album contiene anche La costruzione di un amore, non presente nel film e riarrangiata interamente con il nostro stile.

Lavorare al film su un’icona così importante come Mia Martini cosa vi ha lasciato? In termini d’insegnamento ma anche emozionali?

Abbiamo imparato ad amarla alla follia. Abbiamo convissuto qui nel nostro studio a Moncalieri (Torino) su per le colline con lei, con il suo personaggio, per un arco di tempo così vasto che credo che non se ne sia ancora andata, e forse non se ne andrà mai.

Per quanto riguarda i progetti futuri, proseguirete sulla via della composizione per la tv o avete anche altro in mente?

In questo periodo stiamo realizzando la colonna sonora de La strada di casa 2 che andrà in onda in autunno. Inoltre stiamo dando vita a un’etichetta nostra, abbiamo in programma di pubblicare quattro o cinque Ep, dei mini album appartenenti ad un unico progetto di canzoni inedite scritte da noi. L’obiettivo è arrivare a essere indipendenti, speriamo di riuscirci.

Erika Di Bennardo

25.03.19