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Recensito incontra l’attrice Serra Yilmaz, protagonista in teatro con “Griselidis: Memorie di una prostituta”

La straordinaria attrice Serra Yilmaz è la protagonista assoluta dell’intenso spettacolo “Griselidis: Memorie di una prostituta” di Coraly Zahonero, con la regia di Juan Diego Puerta Lopez, in scena in questi giorni ( 15 e 16 dicembre) al Teatro Parioli di Roma, per poi proseguire in tourneè con altre date al Teatro Rifredi di Firenze (dal 25 al 27 gennaio 2018), al Teatro di Tor Bella Monaca di Roma (dal 16 al 18 febbraio) e al Teatro della Cooperativa di Milano (dal 20 al 25 marzo).

Un testo intenso, che ha avuto un importante successo in Francia, che racconta la storia della prostituta franco-svizzera Griselidis Real, la quale si impegnò per la legalizzazione della prostituzione in Svizzera e per i diritti delle prostitute francesi.
A darle corpo, voce e pensiero in scena la celebre attrice turca Serra Yilmaz, protagonista di innumerevoli film del regista Ferzan Ozpetek, la quale dà vita a un vero e proprio affresco psicologico e umano di raro verismo, descrivendo quelle che sono le dinamiche di un rapporto tra cliente prostituta, tra uomo e donna.
Sulle pagine di Recensito, l’attrice svela diversi particolari di questo imperdibile spettacolo e rivela alcuni suoi progetti futuri.

“Griselidis: Memorie di una prostituta”, narra le memorie della prostituta franco- svizzera che si impegnò per la legalizzazione della prostituzione. Perché ha deciso di portare in scena propio questo testo?
“Ho scelto Griselidis perché in realtà cercavo uno spettacolo che fosse una specie di monologo e una mia amica drammaturga aveva visto Griselidis nell’interpretazione dell’attrice francese Coraly Zahonero che ne ha fatto l’assemblaggio del testo, che in realtà è un collage. Allora sono andata ad indagare su chi fosse Griselidis e mi sono imbattuta su una sua intervista su You tube e sono rimasta molto affascinata dal modo che aveva di parlare, di esprimersi e sulla sua decisione su quello che racconta senza nessuna esitazione e poi ho cominciato a leggere sia su di lei che i suoi scritti. Mi ha colpito la sua ribellione, la sua onestà, la sua integrità, il suo umanesimo, e ho voluto essere il tramite fra Griselidis e il pubblico e quindi essere la sua voce in Italia.” Griselidis S. Yilmaz e J. D. Puerta Lopez foto Pino le Pera 1

Cosa rappresenta, dunque, Griselidise qualiinsegnamenti e valori può trasmettere oggi, in questa società in cui la tematica della prostituzione è fortemente attuale?
“Credo che il tema della prostituzione sarà sempre di attualità in questo mondo in cui viviamo e devo dire che Griselidis ha una grande gioia di vivere, una grande forza perché è una donna che è fuggita a tante cose gravi nella vita e che ha lottato anche quando si è ritrovata malata di cancro. Il problema della prostituzione e l’approccio che ha Griselidis è diverso da quello delle femministe ad esempio. Lei ci racconta che fa uno sforzo molto grande per capire la sofferenza dell’uomo che va da lei come cliente, questo è il suo umanesimo, non idealizza il mestiere, parla delle difficoltà del sentimento di umiliazione e di orrore ma dice che comunque è un servizio che rende alla società e attraverso questo suo umanesimo riesce anche ad amare ognuno di questi uomini che vengono a trovarla, anche se difficile, insopportabile e terribile.”

Lei ha mai conosciuto Griselidis personalmente?
“Purtroppo non ho conosciuto Griselidis personalmente, quando Griselidis faceva parte delle prostitute che hanno occupato una Chiesa a Montparnasse a Parigi per chiedere i diritti sociali per le prostitute io ero una studentessa in Francia e avevo seguito e facevo parte delle organizzazioni di donne che in quel periodo si chiamavano Gruppi di donne, perché il movimento di liberazione della donna si era dissolto e le donne si organizzavano tutte insieme confondendo tutte le tendenze, e avevo seguito quel movimento senza fermarmi su un personaggio preciso e determinato come Griselidis.”

Ha curato anche la traduzione del testo. Come ha lavorato nella resa della traduzione in italiano e soprattutto nella costruzione del personaggio? Quali sono gli aspetti che tende a mettere in evidenza?
“Sì ho tradotto il testo però ho avuto bisogno anche del sostegno di un drammaturgo italiano come Alberto Bassetti, che mi ha aiutato a rimettere in forma tutto. La traduzione è anche mia, ho tradotto una buona parte dei testi, evidentemente molto di più in francese che in italiano però mi sento capace di tradurre il teatro, la letteratura è già più difficile per me, tradurre mi fa capire inevitabilmente ancora in modo più profondo il personaggio.”

E’ uno spettacolo verista, crudo, che indaga le dinamiche psicologiche che si vengono a determinare tra cliente e prostituta. Come rende ciò in scena?
“Come rendo tutto ciò in scena? Credo che io porto un po’ la voce di Griselidis non penso di incarnare proprio Griselidis, voglio essere la sua voce che narra le sue avventure, i suoi problemi, le sue sofferenze, le umiliazioni, le speranze, la poesia, tutto ciò che scriveva… e quindi non posso descrivere come lo faccio…lo faccio e poi il pubblico deciderà se bene o meno.”

Cosa spera possa arrivare al pubblico?
“Spero che il pubblico scoprirà questo personaggio che è così emozionante e che fa tenerezza, che è di una grande umanità e che ci fa vibrare il cuore e posso dire che le reazioni che ho avuto dal pubblico fino ad adesso mi fanno vedere che funziona…e ne sono molto felice.”

Lei è da sempre attrice simbolo del regista FerzanOzpetek. A quale, dei tanti ruoli interpretati nei suoi film, si sente più legata e perché ?
Sarà anche nel suo prossimo film in uscita, Napoli Velata?
“Le parti che ho fatto nei film di Ferzan le amo tutte però “Le fate ignoranti” hanno un posto speciale nel mio cuore perché in quell’estate è stata così geniale tutta la lavorazione del film, era un periodo molto felice e quindi il personaggio che facevo e che si chiamava come me Serra mi è molto caro ma questo non vuol dire che non amo le altre, mi piace anche quella donna un po’ acida di “Rosso Istanbul”. Non sono in “Napoli velata”, che mi piace tantissimo, prende molto il pubblico espero che piacerà perché uscirà tra pochi giorni in Italia. E’ molto piacevole sempre lavorare con Ferzan.”

Si sente più a suo agio sul palcoscenico o davanti la macchina da presa?
Progetti futuri?
“Io penso che il palcoscenico sia il luogo dove mi sento meglio al mondo, non ho nessuna ansia del palcoscenico, ma mi sento molto bene anche davanti alla macchina da presa e poi sono una che non ha nessuna ansia al livello di come apparisco, sono bella o non sono bella, il mio profilo migliore, la mia pancia…queste cose non mi preoccupano. Io voglio trasmettere un’emozione al pubblico, è questa la mia primordiale preoccupazione quindi sono sempre a mio agio sia sul palco che davanti alla macchina da ripresa. Ho una piccola preferenza anche per quello che riguarda il momento della lavorazione al cinema e il momento in cui sono davanti al pubblico a teatro. Come novità posso annunciare che ho appena realizzato il mio primo lungometraggio che è il remake dei “Perfetti sconosciuti” di Genovese, ne abbiamo fatto il remake turco e Ferzan ne è il coproduttore… quindi una nuova esperienza tra noi due.”

Maresa Palmacci 16/12/2017

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